In trecento oggi per ripulire la città

Venezia

Se erano state circa duemila le adesioni virtuali della rete, potrebbero essere in circa 300 a presentarsi questa mattina alle 11 all’appello lanciato dall’associazione Masegni & Nizioleti per pulire, almeno in parte, le scritte e le imbrattature di vernice che hanno lasciato alle loro spalle i circa 150 anarchici che sabato pomeriggio hanno «colpito» a Venezia e di cui almeno un terzo è già stato identificato dalla polizia. «Premetto che non abbiamo certo intenzione di ripulire tutto ciò che gli anarchici hanno sporcato – spiega il vicepresidente dell’Associazione Nicola Tognon – né è questa la nostra intenzione. Vogliamo, ancora una volta, lanciare un segnale per dimostrare che siamo in tanti ad avere a cuore la nostra città, e a volerla pulita e vorremmo che anche il Comune fosse al nostro fianco, ma finora non abbiamo sentito nessuno. Aspettiamo ancora l’applicazione dell’accordo sottoscritto a giugno dal commissario straordinario Vittorio Zappalorto con noi e l’Ance, l’Associazione nazionale costruttori, che doveva assicurare, a sue spese, la pulitura di cinque luoghi imbrattati dalle scritte già identificati. Ma non è successo nulla». I punti di intervento sono già stati identificati. «L’intenzione – spiega ancora Tognon – è di ripulire Sotoportego de la Madoneta e quindi i negozi e le banche imbrattati che vanno da Campo San Polo a Campiello dei Meloni. È una pulitura che va fatta con attenzione, usando spazzole non ruvide sull’intonaco. Non come, mi dispiace dirlo, come certi interventi di pulitura effettuati dal Comune ad esempio a San Rocco, vicino alla Giacinto Gallina o al Barbarigo, pensando che basti dare «una man de bianco» con la vernice per risolvere il problema. Ci sono aziende che aderiscono all’Ance specializzate, che fanno un lavoro egregio in questa direzione, ed è a loro che il Comune dovrebbe rivolgersi». Prosegue il vicepresidente dell’Associazione: «Le scritte degli anarchici sono la punta scandalosa di un iceberg del quale denunciamo l’ingombrante presenza da anni: Venezia viene offesa quasi ogni notte da vandali travestiti da writers e, diciamocelo, non ne ha davvero bisogno. Così, riappropriarci tutti assieme della città, anche facendo apparentemente poco, assume invece un valore simbolico importantissimo. Arrivare armati di secchi e stracci, di acqua e sapone, mettendoci a pulire qualsiasi cosa sia pulibile (vetrine, spallette in metallo dei ponti – togliendo magari i lucchetti residui – rimuovendo i manifestini abusivi, togliendo gli adesivi di varie pubblicità e altre schifezze…) sia la miglior risposta che possiamo dare tutti assieme a questo stato di cose, per cui Venezia diventa tavolozza per ogni genere di stupidità e di indecenza». C’è anche chi come il Blog Venezia Laguna Nostra ricorda la quantità di raid vandalici con scritte e danneggiamenti che ormai con frequenza continua colpiscono aree della città come Campo Santa Margherita. E l’attivismo dei cittadini ora nello scendere direttamente in campo per pulire è anche l’indiretta denuncia del pochissimo che l’Amministrazione comunale di Venezia – questa come le precedenti – fa per contrastare il fenomeno, con l’unica iniziativa concreta che si ricordi che è quella che ha riguardato la pulitura delle scritte dai muri del ponte di Rialto con l’installazione di videocamere, portata avanti dal precedente assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Maggioni. Troppo poco.

Articolo de La Nuova del 8 Dicembre 2015

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