ARTICOLI DEL GAZZETTINO

Sporcato il muro dell’Astor: «Ho dato il video ai vigili»

BELLUNO

Anche all’albergo Astor i baby writer hanno lasciato il segno. «La telecamera ha ripreso tutto -annuncia il proprietario dell’albergo, Mariano Moritsch -, ho consegnato il video alla polizia locale e sporto denuncia». Il fattaccio risale a qualche notte fa quando, attorno alle 2, il sistema di videosorveglianza ha ripreso 5 ragazzi, giovanissimi, scendere lungo via Castello da piazza dei Martiri. Estratte le bombolette dagli zainetti si sono messi al lavoro su un muro che l’albergo condivide con il condominio Agosti.

«Nessuna indulgenza: la legge parla chiaro»

BELLUNO

 «Pene severe per i writers? Le auspicano i danneggiati dalle loro bombolette spray e, soprattutto, le prevede la legge». Lo dice l’avvocato Raffaele Addamiano che sta curando gli interessi di una famiglia di via Sottocastello che si è vista imbrattare la facciata della propria abitazione, ristrutturata a nuovo, da numerose scritte in vernice colorata. Codice penale alla mano, il legale snocciola gli articoli sui quali si è basato per redigere la denuncia-querela presentata lo scorso mese alla Questura. «Il reato ravvisabile è quello di deturpamento e imbrattamento di cose altrui – riassume Addamiano -. Se il fatto è commesso su beni immobili, come in questi casi, il giudice può applicare la pena della reclusione sino a 6 mesi o della multa sino a 1.000 euro. Questi signori, insomma, rischiano parecchio considerando che di solito ripetono le loro azioni. Nei casi di recidiva, infatti, la pena detentiva è congiunta a quella pecuniaria: arrivano rispettivamente ai 2 anni di reclusione e ai 10.000 euro di multa». C’è poi l’aspetto risarcitorio. «Solo i miei assistiti hanno in mano un preventivo di 2.000 euro per la ritinteggiatura dei muri danneggiati», evidenzia l’avvocato. «In sede repressiva – continua Addamiano – bisogna essere severi e non indulgere in buonismo. Si tratta forse di minorenni e in tal caso pagherebbero i genitori. Sarebbe bene, però, che questi pulissero con le loro stesse mani gli intonaci e le strutture che hanno imbrattato. Certo, ci sono reati più gravi, ma questa è una forma di devianza e le loro azioni sono una chiara dimostrazione di inciviltà e maleducazione. Sono dei veri vandali che non hanno rispetto né delle cose altrui, né dei beni pubblici, neppure se sono di interesse artistico. Ritengo anche che non si rendano conto dei danni che arrecano a livello economico». L’avvocato ha accolto con favore la notizia che la polizia locale è riuscita ad individuare alcuni dei «graffittari» che hanno agito in centro storico.

Il detective anti- writer : ho i nomi

BELLUNO

Identificati i giovani writer del centro città. Pongo, Ash, Fox, Iraq e Raes4, Michele Sacchet annuncia: «ho tutti i nomi, ma non denuncio». L’aveva promesso e l’ha fatto. L’agente immobiliare cinquantatreenne che voleva farsi giustizia da solo ha vinto la sua scommessa. In meno di 24 ore è risalito al nome del ragazzo che una notte tra Natale e Capodanno ha imbrattato la vetrina del suo ufficio firmandosi con il tag di Pongo e, insieme a lui, a quelli degli amici delle scorribande notturne in centro città compreso l’autore delle scritte comparse a settembre sui muri della sede degli alpini. Insomma, i responsabili degli scarabocchi sparsi su muri di case private e di edifici pubblici, che da qualche tempo stanno devastando il centro storico con raid sempre più frequenti, hanno oggi un volto, secondo Sacchet. Sarebbe quello di quattro giovani, di cui due minorenni. Sono loro i grafomani che armati di bomboletta hanno lasciato la loro traccia, tag nel gergo dei writers, un po’ ovunque in centro suscitando le lamentele dei residenti e facendo piovere le denunce contro ignoti al comando di polizia locale. Identificarli è stato relativamente facile. Risale alla mattina di lunedì l’appello lanciato da Sacchet dalla sua pagina facebook, un annuncio breve e chiaro per offrire 500 euro di compenso a chi l’avrebbe aiutato a risalire al nome di Pongo. La risposta è stata immediata. Ragazzi di varie età si sono fatti avanti, hanno fornito prima indizi quindi il nome del vandalo e, insieme, quello di altri giovani della gang. Come promesso, a loro andrà la taglia promessa da Sacchet, equamente divisa. «Conoscendo le famiglie di questi adolescenti non sporgerò denuncia – dichiara l’agente immobiliare -, mi accontenterei delle scuse anche se temo non arriveranno mai. In quanto a chi mi ha aiutato a risalire ai nomi posso dire che non tutto il male viene per nuocere; la vicenda mi ha fatto capire come ci siano tanti ragazzi con uno spiccato senso civico, che non condividono affatto il comportamento di questi coetanei».

6 GENNAIO 2016

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