Graffiti «strappati» vincono i favorevoli Ronchi: «Un progetto esiste già»

Informazione Locale

IL DIBATTITO

La notizia ha creato grande dibattito in città e tra gli addetti ai lavori: molte riviste di settore ne stanno parlando, alimentando le divisioni tra chi sostiene che i murales non devono essere spostati (per scomparire anche nel loro luogo d’origine) e chi invece ritiene di volerli tutelare portandoli in un museo (senza per questo alimentare speculazioni). Sulle nostre pagine dopo un primo confronto tra il favorevole Luca Ciancabilla, storico dell’arte dell’Alma Mater, impegnato nel recupero delle opere di street art, e il writer Dado (contrario all’iniziativa), è intervenuto lo stesso Roversi Monaco. Ora Gianfranco Maraniello, direttore del Mart di Rovereto, dice di «non amare i murales in un museo, ma che l’arte nasce senza destinazioni». Lo storico dell’arte Philippe Daverio dice invece che «la street art va salvata, ma mi chiedo se sia giusto usare così i pochi soldi».L’EX ASSESSORE – Per l’ex assessore alla Cultura, Andrea Ronchi, tuttavia, a Bologna qualcuno il problema del valore della street art se lo era già posto: «Esiste il progetto Frontier che ha messo esponenti della street art “a servizio” del Comune per abbellire i muri della periferia a rischio degrado»

ARTICOLO DEL CORRIERE.IT DEL 8 GENNAIO 2016

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