Incastrati dai video del Comune «Pentitevi e nessuna denuncia»

BELLUNO

Pioggia di denunce e punizioni esemplari in arrivo per i baby writer di Belluno. Dai muri del centro città i tag di molti dei vandali potrebbero presto finire sulle scrivanie del procuratore della Repubblica o del tribunale dei minori di Venezia. Perché quando il cerchio delle indagini si chiuderà sui nomi di chi ha imbrattato muri, cartelli stradali e pensiline degli autobus, i dati potrebbero essere riferiti all’autorità giudiziaria. «Sì, con ogni probabilità denunceremo – annuncia il sindaco Jacopo Massaro -, tempo qualche settimana. Ma il nostro obiettivo più che punitivo è educativo». Il pugno di ferro non varrà per tutti. Per chi si pentirà le pene saranno più lievi e la denuncia lascerà spazio ad una punizione da contrappasso dantesco. «Pensiamo che vernice, pennello ed olio di gomito potranno essere un rimedio efficace per coloro che hanno compreso di aver sbagliato e riterranno di farsi avanti assumendosi le proprie responsabilità – spiega il primo cittadino -. Per gli altri, a conclusione dell’indagine, la strada invece sarà quella del tribunaler». Nel mirino ci sono i tag di Pongo, Ash, Raes 4 ma anche Morto e Iraq. Per identificarli si stanno passando al setaccio i video forniti dalle telecamere sparse in centro storico. L’azione di “graffittare” è punita dall’articolo 639 del codice penale relativo al «deturpamento e imbrattamento di cose altrui» con multe da 300 a 1000 euro o reclusione da 1 a 6 mesi; con entrambe se i vandalismi hanno colpito edifici o luoghi di interesse storico artistico. Per i casi di recidiva le cose si fanno ancora più serie. A questo si aggiungono le disposizioni previste dagli articoli 16 e 17 comma 1 lettera e del regolamento di polizia urbana secondo cui chi sporca paga e ripristina. Se il Comune è del tutto deciso ad andare a fondo e a risolvere una volta per tutte la piaga, lo stesso vale per alcuni residenti del centro come l’abitante di via Sottocastello che si è rivoltoall’avvocato Raffaele Addamiano per ottenere giustizia.

ARTICOLO DEL GAZZETTINO DEL 8 GENNAIO 2016

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