Annunci hot sui muri dei sottopassaggi

AGRIGENTO

I MURI «GRIFFATI» Non c’è un pezzo di parete dei sottopassaggi di piazza Marconi, che non sia «dipinto» di scritte dai mille significati. Un collage di frasi, disegni, colori, simboli, dediche. Facendo un giro, tra le altre cose, si possono trovare decine e decine di scritte amorose, ma ancora frasi in stile agenzia matrimoniale (o spesso sessuale) accompagnati dall’immancabile recapito telefonico: «Cerco ragazza seria per una relazione», «Solo ragazze serie dai 21 ai 31 anni», « Cerco nuove amicizie… solo ragazze grazie», tanto per citare alcuni esempi. Veri e propri annunci personali nel tentativo di fare incontri e nuove conoscenze. Chissà se qualcuno ha mai composto quei numeri di telefono cellulare. In più, a differenza di quanto avviene sui social network o su tanti altri siti internet, nei sottopassi agrigentini, non sono ammesse censure. Chiunque può scarabocchiare tutto ciò che gli passa nella testa. Frasi variopinte, ben scritte, che denotano l’impegno di chi ha dato sfoggio a tutta la sua creatività per lanciare un messaggio. Lo scarso senso civico di molti, purtroppo, viene sempre più spesso evidenziato da queste situazioni che, purtroppo, si ripetono continuamente. Solo in alcuni casi si può parlare di vere opere d’arte. E i vandali graffitari non hanno risparmiato niente, nemmeno il dipinto sacro raffigurante San Calogero. Qualcuno con l’utilizzo di pennarelli e di una bomboletta spray di colore rosso ha imbrattato il ritratto del Santo più amato e venerato dagli agrigentini. E’ vero, come lo è, che questo tipo di scrittura e i tanti disegni presenti, anche volgari, costituiscono un danno patrimoniale al bene pubblico. Senza contare che imbrattare o danneggiare beni pubblici o privati, rappresenta un reato. Ma cogliere sul fatto i responsabili è praticamente impossibile. Nei sottopassi, diventati anche luogo di bivacco, regna il degrado. Dovrebbero essere utilizzati quotidianamente da centinaia di cittadini, ed invece, per via dell’abbandono sono poco percorsi.

ARTICOLO DI ANTONINO RAVANÀ DEL 13 GENNAIO 2016, LA SICILIA

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