Trovato e denunciato il writer che aveva imbrattato S. Nicolò

CATANIA

C’è street art e street art. Quella “firmata” da un ragazzo di 16 anni sulla facciata della chiesa di San Nicolò all’Arena, non solo non lo è, ma gli è costata una denuncia a piede libero. A scoprirlo sono stati i poliziotti della Digos che, all’indomani del 17 gennaio, giorno in cui è comparsa la scritta “gang” sulla facciata del monumento, si sono messi sulle tracce del giovane writer seguendo la sua «tag» (la firma con la quale i writer si fanno riconoscere nelle loro “opere”) anche su altri immobili. Una volta individuato, il ragazzo si è difeso sostenendo che, secondo lui, si trattava di street art., Ma la cosa che più sorprende è che frequenta un istituto cittadino a indirizzo artistico, quindi dovrebbe avere ben chiara la differenza tra arte e scarabocchi. Ovviamente è stato indagato lo stesso e riconsegnato al padre per una maggiore vigilanza. Chi imbratta palazzi, autobus, treni, in teoria, dovrebbe rischiare il carcere da uno a sei mesi o una multa da 300 a mille euro, sanzione che aumenta seil graffito compare sopra monumenti o in aree di interesse artistico. Anche chi vende le bombolette con vernici non biodegradabili ai minorenni rischia una multa da 300 a 500 euro.

ARTICOLO DEL 3 FEBBRAIO 2016, LA SICILIA

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