Graffitti, lo «strappo» necessario per evitare la distruzione

BOLOGNA

Esce il saggio di Ciancabilla «The sight gallery», ricognizione critica sulla street art fra muri e musei Fernando Pellerano

I muri della street art e i suoi infiniti approcci critici. È uscito The Sight Gallery (ed. Bononia University, 130 pagg., 35 euro), saggio di Luca Ciancabilla, docente di Teoria del Restauro all’Alma Mater, che di fatto rappresenta il sostegno scientifico all’operazione di salvaguardia tramite strappo dei «pezzi» in via di distruzione avviata un anno e mezzo fa che, come raccontato dal Corriere di Bologna, Roversi Monaco sta portando avanti insieme ad altri professionisti, come il restauratore Camillo Tarozzi e il curatore Christian Omodeo, in vista di una mostra che ospiterà anche pezzi di importanti writer stranieri, in primis Banksy, già esposti nei musei esteri. Anche quello di Ciancabilla è per certi versi un affresco, scritto però, (seppure con tante immagini a colori), incentrato sul sottotitolo: salvaguardia e conservazione della pittura murale urbana contemporanea a Bologna. «Si può salvare la street art? Si devono conservare i graffiti?». La posizione di Ciancabilla la riassume nel suo intervento Omodeo, «la prima grande novità della volontà di salvaguardia, di cui questo libro si fa portavoce, è che rifiuta di porre al centro del dibattito esclusivamente temi etici o economici. In strada, la street art è di tutti. Se la ritiri, o sei un ladro o sei uno speculatore. Ciancabilla inquadra la questione in maniera decisamente innovativa e sottolinea l’urgenza della storicizzazione che rischia di dover essere fatta in assenza delle opere stesse». Da qui l’importanza, per l’autore, di strappare i graffiti in via di abbattimento e sparizione. Testo da leggere senza pregiudizi, che affronta le origini di questa disciplina nella nostra città, «senza alcun dubbio una delle capitali europee del graffitismo urbano e della street art», raccontando interpreti e protagonisti, con uno zoom particolare su Blu «uno dei dieci migliori writer al mondo secondo The Guardian » (scritti anche di Silvia Zanella), un intervento di Cuoghi Corsello alla fine affascinati dall’opera di tutela, «giusto fermare il tempo per certe opere che andrebbero perdute», e ancora pagine dedicate ai recenti strappi, altre sul vandalismo grafico e poi le esperienze all’estero, il restauro di alcuni pezzi di Banksy, molte tavole a colori e una lista di lavori di Blu realizzati a Bologna che sono scomparsi. E dire che proprio ieri un lavoro di Blu & San di via Gandusio è stato crossato con due scritte: fuck street art e no street art. Anche il più famoso pezzo di Blu all’ex Mercato fu taggato. Meta street art, come dice qualcuno, o semplice ignoranza?

ARTICOLO DEL 4 FEBBRAIO 2016, CORRIERE DI BOLOGNA

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