TOXIC OF PAINTS

Toxic of paints sbarca a Certosa

È DI SCENA il colore a San Donato Milanese, l’arte di strada si è messa in mostra con una manifestazione che ha coinvolto tutto il quartiere di Certosa dal 9 all’11 Ottobre 2015. Grazie all’impegno di due giovani artisti san donatesi e al supporto economico del comune, i grigi e cupi muri di cemento armato di via Greppi sotto la ferrovia, sono stati trasformati in murales colorati. Ci sono voluti trenta chili di vernice, mille bombolette spray e l’impegno artistico di settanta giovani provenienti da tutti i paesi del mondo. Sospesi a una decina di metri di altezza, su delle piattaforme carrate, i writers hanno dato sfogo alla loro fantasia lavorando per settantadue ore e realizzando ventitré tele di otto metri di altezza per cinque di larghezza.

I PASSANTI piacevolmente sorpresi, hanno osservato con la testa all’insù il lavoro degli artisti, ne hanno ammirato i colori e il loro contenuto, tentando di decifrarne il messaggio non sempre facile a prima vista. Ma «Toxic of Paints» non è stata soltanto una festa del colore, ma anche un evento in cui la protagonista indiscussa è stata l’arte di strada con dj set, giocoleria, esibizioni di break dance, e tanto sport che hanno intrattenuto giovani, famiglie e anziani residenti nel quartiere. La scuola «Mario Greppi», che si trova proprio di fronte ai colorati murales, è grata a questi artisti. Senza pagare alcun biglietto e da un giorno all’altro, alunni ed insegnanti hanno avuto in dono una galleria d’arte a cielo aperto che è possibile ammirare solamente mettendo il naso fuori dalla finestra. Questa d’altronde è la street art, l’arte di chi nasce e vive nei quartieri di periferia delle grandi metropoli. Riconosciuta ormai dai mass media come forma d’arte contemporanea, essa è uscita dalla sua clandestinità, tipica della New York degli anni settanta, dove è nata e si è formata. Inizialmente considerata solo come atto di vandalismo illegale, oggi questa è divenuta la testimonianza artistica più diretta di tutti i giovani che vivono nelle più popolose città del mondo. Con stencil, vernici e bombolette spay, i writers raccontano l’attualità delle loro periferie ognuno con differenti problemi, ma accomunati da una gran voglia di dare libero sfogarsi alle loro emozioni, alle loro storie, e alle loro idee.

La nostra è una missione Vogliamo sentirci utili alla gente

DUE GIOVANI artisti di San Donato Milanese, Dario Pruonto (Mr. Caos) e Gianluca Vitari (Soxta), sono gli artefici della manifestazione «Toxic of Paints». Entrati in classe vestiti con felpe e scarpe da ginnastica, Gianluca, come un vero maestro, spiega: «Il graffitismo è evoluzione della lettera che viene modificata in modo personalissimo da ogni artista, io, come ogni writer, ho il mio stile che mi rappresenta». Dario sbircia fuori dalla finestra nella direzione dei murales e dice: «Che bella vista da qui! Da piccoli ci sognavamo di avere di fronte alla nostra scuola dei disegni così belli!». Poi si presenta e ci dice: «Io sono un poeta di strada e scrivo i miei versi sui muri di San Donato, dò libero sfogo ai miei pensieri attraverso le parole». Qual è lo scopo del vostro lavoro artistico? «Lo scopo è quello di rendere le periferie più colorate e più allegre per chi ci abita. Si chiama genericamente urban art e ha come scopo quello di trasformare gli arredi urbani in oggetti totalmente differenti rispetto a quello per cui sono stati costruiti, per esempio un panettone di cemento armato in un posteggio può diventare un simpatico pinguino colorato». Come è nata la vostra passione per la street art? «In realtà alla vostra età non sapevamo neanche che cosa fosse l’arte di strada, il nostro interesse è nato alle scuole medie quando ci siamo imbattuti nei primi murales sparsi per la città di Milano. Come tutti gli artisti abbiamo un altro lavoro, e questa è per noi solo una passione a cui dedichiamo tanto tempo”. A cosa vi ispirate per i vostri lavori? «L’ispirazione la prendiamo da tutto ciò che ci circonda e da quello che viviamo quotidianamente nel nostro paese». Durante queste manifestazioni nasce un’amicizia o c’è competizione tra voi artisti? «I writers fanno amicizia e a volte collaborano durante questi eventi, sotto sotto c’è sempre un po’ di competizione, ma è una cosa positiva, perché lavorare accanto a quelli più bravi ci spinge ad impegnarci e a dare il meglio di noi stessi».

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One Response to TOXIC OF PAINTS

  1. Alessio Valdi Rispondi

    6 febbraio 2016 at 07:10

    Ottima soluzione le tele per creare opere d’arte da strada. Finalmente. Idea riproducibile anche in molte altre situazioni quando c’è voglia di colore e contrasto aL degrado.
    Ma..c’è un ma.
    Sta tutto nel titolo della manifestazione e non volerlo osservare è da pusillanimi.

    TOXIC = a tossico è il troppo caro prezzo da pagare al mondo.
    Le bombolette inquinano proprio tanto. MILLE BOMBOLETTE COMPORTANO UN COSTO ORMAI INACCETTABILE IN CONSUMO DI ARIA BUONA, CHE ORMAI E’ DIVENTATA INDISPENSABILE.
    IL PIù SANO PENNELLO è TEMPO CHE RITROVI FRA CHI è PIù MODERNO IL SUO RUOLO.
    Chi seguendo un ormai obsoleto sistema insiste a produrre arte spruzzando inquinamento evidente:
    rinuncia a essere UN ARTISTA CAPACE DI VERA INNOVAZIONE E DI GENIALE CREATIVITà PROTESA AL FUTURO. RIPETE SOLO UN GESTO BANALE E IMITATIVO.

    ORA ASPETTIAMO STREET ARTIST CHE, LIBERANDOSI DALLA DIPENDENZA DELLO SPRUZZO, MOSTRINO loro CAPACITà di vera TRASGRESSIONE RISPETTO A CIò CHE E’ DIVENTATO UN RECIPROCO SCOPPIAZZARE PRIVO DI RAGIONAMENTO

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