Graffiti in città, a dover pagare sono i cittadini

TRENTO

Se un privato vuole rimuovere la scritta dalla propria casa o garage deve comunicarlo al Comune e versare una quota di 120 euro

Wikipedia definisce i graffiti «una manifestazione sociale e culturale, che consiste nell’esprimere la propria creatività sugli spazi urbani», Tuttavia, nel pensare comune, si tratta molto più semplicemente di imbrattamento, di atti di vandalismo che vengono puniti secondo le leggi vigenti. Ma, se esiste, c’è un confine tra le due concezioni? Se si pensa a Banksy o a qualche quartiere di Berlino, Londra o New York, forse, si può azzardare che il confine tra arte e vandalismo è piuttosto labile. Ma, in generale, il pensiero è che si tratti di una deturpazione bella e buona. Alcune differenze e precisazioni però vanno necessariamente fatte, a prescindere da come la si pensi: i graffiti sono di vario tipo, come si capisce dalla carrellata di fotografie qui a fianco. Poco, anzi nulla a che fare con i graffiti lo hanno le scritte, spesso di carattere politico, che si trovano sui muri delle case e dei palazzi in ogni zona della città. Nella maggior parte dei casi i contenuti portano a una matrice anarchica. Una prima categoria è quella dei murales, ovvero dei disegni realizzati con le bombolette spray sui muri, ma anche su mezzi pubblici ed edifici di vario genere. Murales, graffiti, guerrila art, stencil sono spesso, ma non rigorosamente, accompagnati dalla cosiddetta tag, ovvero la firma. Si tratta di un nome in codice che viene diffuso come se fosse un logo in un determinato quartiere o zona. Anche a Trento capita di vedere una serie di tag uguali in un’area specificia: è il tag bombing, ovvero il bombardamento di firme, che serve al writer di turno per marchiare un territorio, facendosi riconoscere, oltre che dai cittadini, anche da altri graffitari o gruppi di graffitari. I muri preferiti in città sono quelli degli edifici pubblici abbandonati, che vengono presi di mira per creare una nuova opera. Ma anche serrande abbassate, cabine telefoniche (le rarissime rimaste) e spazi dedicate alle affissioni fanno parte dei bersagli scelti. Che siano murales, tag o scritte di carattere politico, rimuoverle ha un costo. Il sindaco Alessandro Andreatta, insieme al servizio gestione strade, ha messo in piedi l’iniziativa «Noi siamo Trento», che punta, tra le altre cose, a consentire interventi più efficaci e veloci nella rimozione di scritte, graffiti e imbrattamenti dalle facciate di edifici Il servizio, messo a disposizione dal Comune, è rivolto a tutti i cittadini proprietari di edifici ed amministratori di condomini la cui facciata, su spazio pubblico, è stata imbrattata. Nel momento in cui un privato decide di ripristinare lo spazio comunicandolo al Comune, dopo le adeguate verifiche, deve versare una quota di 120 euro (non più 155 euro come lo scorso anno). «L’obiettivo – dice il Comune – è la tutela del decoro urbano, la riduzione del degrado e la cura del patrimonio comune, ma anche lo sviluppo e la promozione di una cultura del rispetto e della difesa dei beni collettivi e della bellezza della città e del territorio».

ARTICOLO DEL 9 FEBBRAIO 2016, L’ADIGE

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