MILANO
Metropolitana, tornelli chiusi in uscita Tattica del Telepass per i «furbetti»
I recidivi si accodano a chi paga. Blitz a Primaticcio e Porta Venezia: muri imbrattati Federico Berni
Tutto sta nello scegliere i tempi giusti. Ore 10.40 di ieri mattina, stazione Loreto, linea verde. È il primo giorno di convalida del biglietto o dell’abbonamento obbligatoria anche in uscita, in tutte la rete della metropolitana, tranne alcune eccezioni. Appena scesa dal treno proveniente da Cadorna, la signora dalla camminata svelta, quasi arrembante, timbra e guadagna la «libertà» attraverso i pannelli trasparenti scorrevoli. È in quei pochi secondi in cui il varco rimane aperto, che entrano in azione gli «irriducibili», i furbetti del tornello alla faccia degli avvisi diffusi tramite altoparlante.
Che siano recidivi, lo si capisce dalla rapidità con cui agiscono. Sono due giovani, curati nell’aspetto e nell’abbigliamento. Il primo è il maschio. Lo scatto è deciso. Passa indenne, alle spalle della passeggera onesta. Il paragone autostradale è immediato: basta immaginarsi un’auto che si lancia a gran velocità al casello, approfittando della sbarra del Telepass alzata grazie a chi sta davanti. Ma qui è questione di gamba, non di acceleratore: dietro il primo «portoghese» arriva la ragazza, capelli raccolti, e borsa a tracolla. Una leggera torsione del busto, una spalla che urta (anche con una certa violenza) contro il pannello che si sta chiudendo, e in un attimo è dall’altra parte. Bilancio: per una che paga regolarmente il titolo di viaggio, in due ne approfittano. C’è anche chi, smarriti i riflessi di gioventù, sceglie la tecnica del «complice». Succede a Pagano, linea rossa, sempre ieri mattina. Un signore straniero, dopo una discussione col personale Atm, ferma qualcuno e, accampando scuse di vario genere, gli chiede candidamente se può appoggiare l’abbonamento sul lettore, e farlo passare. Il piano, giocato tutto sulla diplomazia, riesce. E probabilmente incontrerebbe il favore dei circa 30 giovani che, verso le 18.15 di ieri, hanno imbrattato i muri della fermata della rossa a Primaticcio, per rendere pubblico il loro «no al tornello», ribadito con un romanesco «nun te pago». Stesso copione ripetuto a Porta Venezia. Tutto lascia pensare ai militanti dei centri sociali (anche se la Questura non conferma ufficialmente), non nuovi a questo genere di blitz.
Ma a parte le scritte pro salto del tornello, i milanesi sembrano aver già assimilato il nuovo obbligo. Tra varie domande ai lavoratori Atm, che ha schierato 135 tutor per l’assistenza ai clienti («ma se entro a Sesto ed esco a Pagano, devo comprare un altro biglietto?»; o ancora, «se vado a prendere un caffè con mio marito, posso rientrare con lo stesso biglietto? Sa com’è… non ci vediamo mai»), i più si sono dichiarati favorevoli al giro di vite. Raffaella, 40 anni, mamma e lavoratrice, ogni mattina con i tempi scanditi al secondo: «Toccherà calcolare anche il tempo per la coda in uscita, ma in fondo va bene, a Londra si usa così, perché a Milano no?». Il premio indiscusso della capitale europea di riferimento ieri, va alla città inglese della «Tube», la più antica metrò del mondo, dove si oblitera anche in uscita. Tutti si sono scordati di Madrid, dove basta timbrare all’ingresso, come accade anche a New York, dove la metropolitana resta aperta 24 ore su 24, con i suoi 368 chilometri, distribuiti su 24 linee. Per non parlare di Berlino, o Copenaghen, dove dei tornelli non si vede nemmeno l’ombra. Al massimo si incappa in qualche inflessibile controllore nordico. Ma ormai è ufficiale, Milano segue Londra, anche se molte stazioni sono escluse dal nuovo obbligo. Per informazioni, www.atm.it.
CORRIERE DELLA SERA
Salti e zero controlli: le falle del piano Atm
Scarsa vigilanza e tornelli aperti in 19 stazioni, i portoghesi dribblano i tornelli del metrò. L’opposizione:
serve una guerra ai furbetti MARIANNA BAROLI
Convalidare i biglietti sia all’ingresso che all’uscita. Da ieri è entrata in vigore l’ultima fase del piano «anti portoghesi» istituito da Atm e partito l’11 giugno di quattro anni fa nelle stazioni di Duomo, Pagano, Loreto e Amendola. Da ieri, invece, si timbra due volte nella maggioranza delle stazioni, come succede già da anni nella metropolitana di Londra in cui per sbloccare l’uscita è necessario passare il biglietto o l’abbonamento anche al termine del proprio viaggio: escluse per «motivi di sicurezza» 19 fermate tra cui Lotto e Cadorna. La novità, tuttavia, presenta già alcune falle. Monitorando alcuni ingressi all’ora di pranzo del primo giorno di avvio del servizio, si scopre come i portoghesi non abbiano in alcun modo deciso di arrendersi e variare le loro abitudini. Metrò Duomo. Uscita verso la piazza. Qui, la doppia obliterazione (a differenza dell’uscita rivolta verso San Babila dove il servizio non è stato attivato) è in funzione fin dalle prime ore della mattina. «Eppure» ci spiegano i controllori «ci siamo trovati a fare i conti con chi cercava di fare il furbetto». In questi primi giorni, l’escamotage più semplice per sfuggire all’acquisto del documento di viaggio, sembra quello di attaccarsi alla persona davanti a sé. «Si avvicinano a passi rapidissimi» ci spiegano «e si incollano prima che le porte si chiudano». Vani i tentativi di bloccarli. «Un po’ per paura – ammettono – un po’ perché nel momento in cui ci distraiamo diventa una giungla».Lo stesso stratagemma lo notiamo anche nelle fermate di Lima e Porta Venezia. È proprio in quest’ultima stazione che i problemi sono più visibili. «Tanti anziani non capiscono questo meccanismo, rimangono bloccati alle porte» ci raccontano due tutor (dei 135 messi in pista da Atm per assistere in questa nuova fase di utilizzo dei tornelli) «e spesso nel momento in cui ci distraiamo per aiutare chi è in difficoltà ci ritroviamo con i più giovani che addirittura scavalcano le porte, senza vergogna». A rendere difficile il lavoro degli operatori nei mezzanini è anche la violenza che «spesso scaturisce nel momento in cui riferiamo che per uscire bisogna regolarizzare il viaggio con un sovrapprezzo sul costo regolare del biglietto (3 euro se il ticket è scaduto o se si è sbagliato tariffa, 5 euro se si è sprovvisti del titolo di viaggio)». Se la pratica della doppia obliterazione non manca di creare problemi a chi è meno rapido nell’assimilare le novità, è invece Sara Stoinich del sindacato Sama a difendere la novità introdotta da Atm. «Questa è una realtà collaudata in alcune capitali europee» ha dichiarato Sara Stoinich e «come tutte le novità non siamo abituati. Per quanto riguarda i tentativi di portoghesi credo che l’unico modo per frenare questa pratica sia quella di apportare un aumento di controlli». Dura invece l’opinione del centrodestra meneghino. «I tornelli ci hanno ben dimostrato che possono essere saltati qualsiasi sia la loro forma» ha spiegato Riccardo De Corato, consigliere di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino. «È un problema con cui ci troviamo a fare i conti da sempre» ha continuato De Corato «servono più controlli, ma senza un vero e proprio deterrente questi episodi continueranno a verificarsi». Dello stesso parere anche il consigliere di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale. «A Milano ci sono da sempre persone per bene che pagano il biglietto e queste continueranno a farlo anche con il doppio timbro» ha spiegato De Pasquale «Atm dovrebbe concentrarsi sui furbetti(stranieri e giovani italiani) che invece continuano a viaggiare senza documento di viaggio». Intanto ieri sera, la protesta da parte degli habitué del «salto al tornello» si è tradotta in graffiti sulle pareti del mezzanino delle stazioni metropolitane di Primaticcio e Porta Venezia, dove scritte di colore bianco («Nun te pago», «Contro il biglietto» e «No al tornello») sono state disegnate sui muri da alcuni giovani.
LIBERO
Via i tornelli, la rivoluzione nel metrò
Il timbro anche in uscita, poche code e molti dubbi nel giorno del debutto dal- tutor schierati IL DEBUTTO Le scritte dei “ribelli” a Porta Venezia e gli avvisi nelle stazioni seggeri che hanno reso la vita facile ai
passeggeri, anche a coloro che l’azienda per dare informazioni e aiutare i pas-
Primo giorno senza problemi per i tornelli chiusi anche all’uscita del metrò contro i furbetti, anche se non sono mancate le proteste a suon di scritte con lo spray. Durante il primo giorno si è registrato solo qualche intoppo. La rivoluzione targata Atm in tutte le fermate – eccetto 19 – ha provocato poche code, con i 135 non erano a conoscenza della novità anti-portoghesi. La fila ai varchi blindati si è formata soprattutto alle ore di punta e nelle fermate più trafficate, come Duomo. Ma sono escluse dalla misura per contrastare l’evasione le stazioni con le scale troppo vicine all’uscita, dove sarebbe pericoloso bloccare il flusso di viaggiatori, la maggior parte dei quali si dicono soddisfatti del nuovo provvedimento: «Giusto, tutti devono pagare». Chi si è lamentato è perché «non era informato» e si è trovato spiazzato a dover rovistare in fretta e furia nelle tasche e nelle borse a caccia del titolo di viaggio. A inscenare una protesta sono stati però i writer: una trentina di giovani ha imbrattato, verso le 18, il mezzanino della linea rossa a Primaticcio con scritte «no al tornello». E anche la fermata di Porta Venezia è stata imbrattata. (S.Rom.)
LEGGO
ARTICOLI DEL 16 FEBBRAIO 2016
Commenti recenti