Erto, decine di pneumatici tagliati e muri imbrattati di vernice gialla

Gli atti vandalici sono iniziati verso fine carnevale. Una ventina le denunce ai carabinieri di Cimolais Il sindaco Luciano Pezzin: «Episodi inaccettabili. Invito chiunque a segnalare movimenti sospetti»

ERTO E CASSO

E’ mistero, sulla serie di atti vandalici che da qualche giorno stanno turbando la tranquillità di Erto. Nell’abitato che fa da capoluogo della Val Vajont si sta infatti scatenando un ignoto “teppista” che buca gomme d’auto a ripetizione e imbratta i muri. Per il momento, i carabinieri della stazione di Cimolais hanno raccolto una ventina di denunce relative ad altrettanti danneggiamenti di pneumatici: chi se ne è vista forare una, chi due e chi tutte e quattro le gomme. Poi ci sono le facciate di case ed edifici pubblici colorati di giallo: non vere e proprie scritte o graffiti, ma scarabocchi a suon di vernice spray. E tutti rigorosamente dello stesso colore. Non si capisce se dietro a questi gesti, iniziati verso la fine del carnevale e proseguiti sino all’altro ieri, vi sia la mano di uno sbandato o piuttosto di una sorta di banda di teppisti. Fatto sta che, in caso di individuazione da parte delle forze dell’ordine, i vandali potrebbero farla franca. Dal 6 febbraio, infatti, il danneggiamento semplice non è più considerato reato dal codice penale. Significa che o la Procura di Belluno costituirà le accuse a carico degli autori di questi gesti in modo tale da ravvisare una serie di aggravanti, oppure gli stessi non potranno essere perseguiti. I proprietari di veicoli danneggiati e muri sporcati dovranno procedere con una causa civile, per tentare di ottenere il risarcimento dei danni e delle spese sostenute. In quella sede, chi ha commesso il fatto sarà condannato anche a una multa nei confronti dello Stato, con ovvi dubbi in caso di insolvenza o incapacità reddituale del responsabile. Luciano Pezzin, sindaco di Erto e Casso, nonché presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane, è furibondo in quanto i cittadini sono sul piede di guerra. «Non possiamo chiedere alle persone di non posteggiare i veicoli all’aperto – ha detto il primo cittadino -. La nostra è una terra di gente perbene, che per decenni ha vissuto in serenità. Non è ammissibile dover dormire con la paura di non poter andare al lavoro il giorno successivo per colpa di un idiota. Invito chiunque – è l’appello di Pezzin – a segnalare movimenti sospetti, in special modo durante le ore più buie». Nel Maniaghese, in particolare a Vajont, tutti ricordano ancora le annate del 1999 e del 2001, quando si verificarono decine di casi analoghi a quelli ora in atto a Erto e Casso. Gli pneumatici tagliati di netto furono centinaia. Anche la cittadina delle coltellerie subì un periodo di fuoco dopo qualche tempo, quasi che i teppisti scegliessero una zona a caso per poi sbizzarrirsi a suon di punteruoli.

ARTICOLO di Fabiano Filippin DEL 21 FEBBRAIO 2016, MESSAGGEROVENETO

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