Il writer contro la mostra “Sono parassiti dell’arte”

BOLOGNA

UN GROSSO topo disegnato a china, dalla coda ritorta, intento a staccare muri. Dopo due mesi di silenzio, lo street artist Ericailcane interviene così, da Parigi, nel dibattito sulla Street art e la mostra in via di preparazione a Palazzo Fava. L’artista di Belluno, specializzato in raffinati (e a tratti inquietanti) disegni antropomorfi, per l’occasione ha scelto un enorme topo stilizzato, elegantissimo in giacca e cravatta.

Ericailcane, al quale è attribuito uno dei due murales già “staccati” dai muri delle Officine Cevolani dai curatori della mostra di Genus Bononiae, lo ha postato su Facebook nel primo pomeriggio di ieri e il disegno ha subito incassato oltre 500 “mi piace”. Anche perché il topo chiacchiera parecchio, disquisisce, ragiona, è tutt’altro che afono. Tanto per cominciare sopra la sua testa campeggia il titolo: “Zona derattizzata”. Segue spiegazione, al vetriolo: “Area bonificata da tombaroli, ladri di beni comuni, sedicenti difensori della cultura, restauratori senza scrupoli e curatori prezzolati, massoni, sequestratori impuniti dell’altrui opera di intelletto, adepti del Dio danaro e loro sudditi”. Per non lasciare adito a dubbi, circa il suo riferimento al dibattito bolognese, l’artista, ha inoltre accompagnato il tutto con commento: “Per tutti quelli che non rispettano il bene comune ed il lavoro altrui, capaci solo di rubare e vivere da parassiti”. Insomma se l’obiettivo dei curatori della mostra che inaugura il 17 marzo a Palazzo Fava, era creare dibattito in città sulla street art, sui graffiti e sui labili confini dell’arte e della proprietà, di certo ci sono riusciti. «Io non so perché se la sia presa così – commenta uno dei curatori, Luca Ciancabilla – A dire il vero il disegno è bellissimo, è anche simpatico. Anzi, è positivo che si sia creato un dibattito in città e anche che Ericailcane sia intervenuto con un segno di questo tipo.

Peccato giusto per le scritte: dio danaro? Parassiti? Speriamo che cambi idea». Nei giorni scorsi, il dibattito si era riacceso in città per via della multa di 800 euro comminata dal Comune ad AliCè, per imbrattamento.«Delusa», la giovane artista romana aveva sollevato su Facebook una domanda di stringente attualità locale: «Il Comune vuole ospitare le opere di strada in un museo, perché condannare me?». Se AliCé forse non sarà della partita, e tantomeno Ericailcane, altri artisti, come Dado e Monica Cuoghi, hanno invece aderito all’esposizione organizzata da Genus Bononiae. Adesso manca solo Blu.

ARTICOLO DI CATERINA GIUSBERTI DEL 23 FEBBRAIO 2016, LA REPUBBLICA

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