I writers hanno ripreso a sporcare i muri di Pavia

PAVIA

Da qualche mese a Pavia si è spenta l’eco sul problema del degrado urbano riferito alle cosiddette scritte sui muri. Non stiamo parlando di bei murales, ma di tags incomprensibili (la firma del graffitaro) o frasi dal dubbio gusto che campeggiano sulla maggior parte dei muri del centro storico. Non che la periferia ne sia priva, ma le vie principali del commercio e passeggio cittadino mostrano l’ampiezza del problema. Via Defendente Sacchi, piazza del Municipio, Corso Cavour, via Menocchio, Strada Nuova e corso Garibaldi: luoghi dove l’occhio non fa più caso alla sequela di graffiti. E la cosa più preoccupante ne è il continuo proliferare. L’amministrazione Cattaneo nel 2013, per ovviare al problema, si inventò l’operazione “Pavia Clean City”, ovvero un fondo di provenienza regionale pari a 250mila euro per ridare un minimo di decoro alla città. 150mila furono destinati a fondo perduto ai privati, mentre il restante per gli edifici pubblici. La Polizia Locale, inoltre, istituì un archivio per la catalogazione di tutte le “firme” sui muri della città. I risultati non si fecero attendere con 35 adesioni nelle prime settimane e 278 interventi nel giro di un anno. Parallelamente all’iniziativa, nel mese di maggio, grazie ad alcuni agenti della polizia municipale “infiltrati” su Facebook per monitorare le “imprese” dei writers, finirono nella retata 41 persone, tra le quali 29 minorenni . Pochi giorni fa le sentenze definitive: archiviazione per i maggiorenni e proscioglimento per gli under 18. Spiega Marco Galandra, ex assessore alla Polizia Locale: «È stata un’ottima iniziativa che in alcuni momenti ha coinvolto anche le scuole nei cosiddetti “Eco Day” quando, attrezzati di tutto punto, in varie zone di Pavia venivano ripuliti i palazzi. Il progetto non sembra una priorità della giunta Depaoli. Viene il sospetto che i muri sporchi non diano così fastidio eppure sono uno sfregio per il centro città». Di tenore contrario il comandante dei vigili Flaviano Crocco: «L’iniziativa in realtà sta andando avanti. In questi ultimi mesi, nonostante i pattugliamenti notturni d’ordinanza, non abbiamo sorpreso nessun graffitaro e l’archivio non è stato implementato con nuovi dati, ma abbiamo ricevuto delle richieste da parte dei cittadini pari a 20mila euro, come prosecuzione del fondo istituito in precedenza». Nessun incivile è stato colto sul fatto, eppure i muri di Pavia continuano ad essere imbrattati e lo stesso sito internet approntato per partecipare ai bandi non risulta essere più attivo. Insomma, l’idea è che si stia raschiando il fondo precedente senza una strategia specifica in chiave futura. Frustrante, poi, continuare a battere sul discorso della cultura e del senso civico cittadino: contro un ragazzetto incivile, lo spazio da lasciare al dialogo o alla comprensione è poco. Per uno così ve ne sono cento pronti a comportarsi in maniera differente. La speranza, come spesso accade, è riposta nei cittadini e nel loro livello di attenzione: unico fattore per risvegliare l’amministrazione dal suo torpore.

ARTICOLO DEL 26 FEBBRAIO 2016, IL TICINO

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