CORRIERE ADRIATICO

San Benedetto

Si faccia rispettare il divieto di vendere la vernice spray

“Ricordiamo che è vietato vendere bombolette di vernice spray ai minorenni. Per arginare il fenomeno del graffitismo vandalico sarebbe opportuno far rispettare tale regola” dicono dall’Associazione nazionale antigraffiti che intende ramificarsi anche in Riviera. Il gruppo ha una mail (info@associazioneantigraffiti.it), una propria pagina Facebook e anche un contatto telefonico: 320 6497839. “Abbiamo raccolto adesioni da Ascoli – affermano – mentre su San Benedetto non abbiamo ancora riscontri”.

Le mosse contro gli imbrattamuri

Cancellare lo sfregio al massimo entro due giorni da quando è stato realizzato; varare un regolamento o una convenzione ad hoc per fare in modo che, se individuato, il vandalo ripulisca in prima persona quanto deturpato. Ecco la doppia ricetta che l’Associazione nazionale antigraffiti propone alla Riviera per contrastare la piaga degli imbrattamuri. Il gruppo civico pro decoro urbano – nato 10 anni fa, con sede centrale a Milano – ha puntato i suoi fari su ciò che accade a San Benedetto. Una città ormai stuprata dai vandali armati di pennarelli e vernici spray, che non risparmiano neanche monumenti o arredi pubblici: patrimonio di tutti noi.

La situazione è sempre più grave e rischia d’intaccare un settore vitale per la Riviera. “Certi elementi di degrado danneggiano il richiamo turistico di qualsiasi località” afferma il presidente dell’associazione, Andrea Amato. Di settimana in settimana, nuovi episodi di graffitismo vandalico spuntano in città. Ultimo caso al molo Sud dove sono apparse strane scritte accompagnate ad un altrettanto strambo disegno che occupa un intero scoglio. Come invertire questa tendenza? “Da un monitoraggio internazionale realizzato a partire dal 2008 emerge che i casi di recidiva calano in maniera consistente se si ripuliscono le superfici deturpate nel giro di 24-48 ore dall’atto vandalico – afferma Amato. – Quindi per prima cosa andrebbe fatta una ripulitura molto celere. In secondo luogo, come misura educativa, il teppista dovrebbe ripulire personalmente quello che sporca. Ciò, concretamente, si può fare se il Comune vara degli appositi strumenti normativi, come già avvenuto con successo in altre realtà italiane”.

Spunti per la prossima amministrazione comunale, visto che quella uscente (al di là di roboanti annunci e ripuliture-spot) ha fatto ben poco per prendere di petto il problema. Ma se non viene colto sul fatto, è naturale chiedersi come si può individuare un imbrattatore seriale? Oltre alle benedette telecamere, c’è un altro modo: secondo il presidente Amato, infatti, quasi tutti questi soggetti si vantano delle proprie gesta sui social-network. “Non serve Sherlock Holmes – conclude – e per individuare gli autori di certi atti vandalici basta un poliziotto con un minimo di esperienza nei nuovi mezzi di comunicazione”.

ARTICOLI DI MARCO BRACCETTI DEL 4 MARZO 2016

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