Il Comune “perdona” i giovani writers pentiti

PIOVE DI SACCO

Non si costituirà parte civile al processo per danneggiamento a quattro sedicenni perché ha ottenuto da loro le scuse e la disponibilità a rimediare ai danni  

Dovranno rendersi utili alla collettività, nell’auspicio che le conseguenze della bravata di una notte possano diventare monito per tutti i potenziali emulatori. L’amministrazione comunale ha deciso di non costituirsi come parte civile nei confronti dei quattro writers minorenni, che nel maggio del 2014 imbrattarono con varie scritte diversi beni di proprietà pubblica, in cambio dell’impegno degli stessi di porre rimedio ai propri errori con la disponibilità ad effettuare lavori utili alla collettività. Una notte di fine maggio di un paio di anni fa i quattro ragazzini, tutti di buona famiglia, erano stati beccati in flagrante dai carabinieri a imbrattare, con bombolette spray e pennarelli, le pareti di edifici, una chiesa e diversi furgoni parcheggiati lungo la strada. Per ore il gruppetto di sedicenni aveva imperversato in centro storico e nei dintorni sino a che, su segnalazione di un residente, le forze dell’ordine erano riuscite a incastrarlo. Condotti in caserma e identificati, erano stati denunciati per danneggiamento e imbrattamento alla Procura dei minori di Venezia. Nei prossimi giorni si svolgerà l’udienza preliminare per i fatti contestati e il Comune è stato chiamato quindi a pronunciarsi in merito all’opportunità o meno di costituirsi parte civile nel processo penale e nella richiesta dei danni. «Abbiamo deciso» spiega il sindaco Davide Gianella «di non intervenire nel processo e di non intraprendere alcuna azione risarcitoria in materia civile. Una scelta nata dalla presa d’atto delle scuse formali rese dagli stessi ragazzi autori dei fatti che si sono resi disponibili a farsi perdonare. Nei mesi scorsi con una lettera hanno voluto scusarsi pubblicamente, esprimendo sincero rammarico e viva mortificazione per l’accaduto e rendendosi disponibili a rimediare ai danni causati alla pubblica amministrazione, nonché ad effettuare lavori di ripristino dei luoghi e servizi in favore della cittadinanza». Un patto di ferro quindi, quello sottoscritto dai ragazzi con l’amministrazione comunale, che ha voluto trarre dalla situazione un risvolto educativo più che punitivo. «La vicenda deve essere di esempio» aggiunge Gianella «di come bisogna rispettare il patrimonio pubblico che è di tutti e dei rischi pesanti che si corrono a non rispettare le regole. Ora con i ragazzi pianificheremo gli interventi sui quali dovranno impegnarsi».

ARTICOLO di Alessandro Cesarato DEL 4 MARZO 2016, IL MATTINO DI PADOVA

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