Metti un murale sul pavimento

BIENNALE DI MARRAKECH

STREET ART. Due immense fgure umane siedono sulle rive opposte di un corso d’acqua. Una è intenta ad ascoltare le onde sonore prodotte con quello che sembra un piccolo strumento dall’altra. Si intitola “Les rives”, è vasto 6400 metri quadrati, tanto da essere visibile dal satellite. Ha richiesto 280 litri di vernice, diversi chili di pigmenti naturali, dieci ore di lavoro al giorno per sette giorni. È il pavimento commissionato dalla Biennale di Marrakech che Giacomo Bufarini, alias Run, (Ancona, 1979) writer e artista italiano residente a Londra dal 2007, ha dipinto in piazza Mullay Hassan a Essaouira (Marocco). «Una mole di lavoro enorme, che non mi aspettavo assolutamente prima di cominciare», racconta Bufarini. «Io dipingo muri, ma un pavimento così grosso lo puoi vedere per intero solo se puoi volare!». Di qui la scelta di non avvalersi di tecnologia durante la realizzazione, se non di un drone che scattasse le foto fnali. «È stata questa la più grande diffcoltà: capire cosa stessi facendo. Come dipingere con due teste, una a terra, l’altra nel cielo. Ho usato un po’ di matematica, ma più che altro è stato un fatto d’improvvisazione e stabilità mentale». Il tema, quello dell’attraversamento di confni umani e naturali, è di un’urgenza drammatica: «Dei rifugiati e dei migranti che attraversano il mare si parla ovunque, l’opinione pubblica è spaccata in due, tra decisioni responsabilità, paure e cambiamenti. Il dipinto contiene un po’ di questo, ma prima di tutto mira a inspirare e far capire che con la pittura si cambia il paesaggio». Il processo di creazione, le interazioni con la gente e tutto quello che è accaduto nella piazza in quella settimana è stato flmato da Gastone Clementi, flm-maker e assistente di Bufarini. «”Les rives” è un dipinto temporaneo. Sarà rimosso,dall’uomo o dagli agenti atmosferici entro pochi mesi. Per questo vogliamo fare un lungometraggio sulla sua realizzazione».

ARTICOLO DI Leonardo Clausi DEL 4 MARZO 2016, L’ESPRESSO

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