CASO DELLA CHIESA DI SAN VENEZIANO

ASCOLI

Chiesa di San Venanzio sfregiata dagli imbrattatori

I VANDALI, nelle ultime ore, hanno preso di mira la chiesa di San Venanzio, con scritte, una delle quali volgari, che sono state realizzate proprio sulla facciata della struttura. A segnalarlo è stata la sezione ascolana di «Italia Nostra». «In questo caso il responsabile dei graffiti non si è limitato a indicare la propria sigla di individuazione – ha spiegato il presidente Gaetano Rinaldi – ma ha voluto sporcare il monumento con immagini e frasi indecenti, arrecando un danno enorme al tempio e all’immagine della città. In questo caso l’atto riprovevole si sostanzia, a nostro parere, in un vero e proprio reato, tenendo conto del fatto che il tempio di San Venanzio è incluso nell’elenco dei beni culturali tutelati dalla legge. E’ augurabile – la conclusione dell’associazione – che l’impianto di videosorveglianza sistemato nella zona consenta l’individuazione del responsabile della scritta».

IL RESTO DEL CARLINO

Gli imbrattatori deturpano il tempio di San Venanzio

Prosegue l’opera nefasta degli imbrattatori di professione che si accaniscono su ogni spazio libero delle mura della città. Nel caso del prestigioso tempio di San Venanzio il responsabile dei graffiti non si è limitato a indicare la propria sigla di individuazione, ma ha voluto sporcare il monumento con immagini e frasi indecenti, arrecando un danno enorme. “In questo caso – afferma Gaetano Rinaldi, presidente di Italia Nostra – l’atto riprovevole si sostanzia, a nostro parere, in un vero e proprio reato , tenendo conto del fatto che il tempio di San Venanzio è incluso nell’elenco dei beni culturali tutelati, La legge prevede l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38,734,50 a carico di chiunque destina i beni culturali indicati nell’art 10 ad uso incompatibile con il loro carattere storico od artistico pregiudizievole per la loro conservazione o integrità”.

Rinaldi si augurae che l’impianto di video sorveglianza sistemato proprio in corrispondenza del tempio di San Venanzio consenta l’individuazione del responsabile della riprovevole ed indecente scritta, in modo da permettere di adottare nei suoi confronti i provvedimenti sanzionatori. “Nel caso l’impianto non consentisse l’individuazione del responsabile dell’atto in quanto disattivato o non in funzione – dice Rinaldi – si invita chi di competenza a provvedere a riattivarne il funzionamento per evitare che altri possano ripetere atti inconsulti e riprovevoli come quelli da non segnalati. Nel frattempo si dovrà con l’urgenza che il caso richiede provvedere a cancellare l’immagine e la scritta indecente, per evitare che i tanti turisti che visitano questo prestigioso monumento cittadino serbino un ricordo negativo della nostra città , nella convinzione che la stessa sia abitata da persone incolte, volgari e maleducate”.

CORRIERE ADRIATICO

ARTICOLI DEL 9 MARZO 2016

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