“Taggato” il palazzo in via Crispi Spray senza freni

AREZZO

Graffitari in città, prosegue la scia infinita di “tag” con i quali i writers macchiano ogni angolo del centro storico e interi quartieri contribuendo ad accrescere il degrado. A niente valgono gli interventi di pulizia con i quali i cittadini restituiscono decoro alle facciate dei palazzi. Anche nell’elegante immobile che si allunga tra via Crispi, Via Assab, via Pietro Aretino e via Margaritone ogni tentativo, messo in atto da chi cerca di restituire decoro al proprio fabbricato, si trasforma in una nuova opportunità per i graffitari che tornano puntuali a colpire nel luogo del delitto con in mano le bombolette spray appendendo sulle pareti “tag” che piacciano solo a chi ha scelto di trasformare le azioni vandaliche in una missione di vita confondendo il vandalismo per arte di strada. I tag appesi in città non possono passare come opere d’arte in una galleria d’arte a cielo aperto mascherata dalla scusa di colorare il grigiore urbano. In realtà, ogni scritta è una macchia indelebile e ormai sono migliaia quelle che caratterizzano la nostra città assediata dalle bombolette spray. Quel che è certo, tra l’altro, è il fatto che le azioni vandaliche rispondono sempre alle stesse mani. Ad interpretare le firme, emerge che ad impugnare le bombolette spray sono sempre gli stessi graffitari che si firmano”Plk”, “Rosk”, “Star” e quanti altri ripetono in modo maniacale la loro firma con la convinzione di accrescerne la fama. Puntualmente infatti le sigle tornano in ogni luogo in cui, sia il Comune, sia il privato cittadino, tenta di cancellare il degrado provocato dalla vernice. È’ successo alcune settimane fa in alcuni sottopassi cittadini, ripuliti dall’ amministrazione comunale, si ripete di palazzo in palazzo in ogni strada e piazza dove i condomini spendono per ripulire e poi finire di nuovo bersaglio dei graffitari. Adesso il caso eclatante è nella centralissima arteria cittadina dove sono ancora evidente le toppe di color bianco con le quali sono state cancellate le scritte e dove, di ora in ora, riaffiorano “tag”, come se fosse normalità continuare ad imbrattare la città e imporre la propria “arte”. Quello dei graffitari è un fenomeno che necessita di una stretta per non affondare il senso civico, cancellato, da chi quotidianamente prosegue l’opera di moltiplicazione di tag incomprensibili. E tra i cittadini c’è chi chiede maggior controlli per le strade dove frequentemente i graffitari entrano in azione e dove non dovrebbe – almeno in teoria – essere difficile imbattersi in artisti di strada o meglio in vandali di professione. Imbrattato L’edificio sul quale i writers si sono sfogati con le tag che hanno coperto i muri: il fenomeno non accenna a placarsi.

ARTICOLO DI ALESSANDRO BINDI DEL 15 MARZO 2016, CORRIERE DI AREZZO

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