VANDALI AL CAMPANILE DI GIOTTO: PIANO DI PREVENZIONE

FIRENZE

Gli altri puliscono, loro imbrattano

INDISTURBATI, vergavano il proprio nome, a turno, su una delle campane storiche esposta al secondo piano del campanile di Giotto. Nello stesso istante, al piano terra, i responsabili dell’Opera di Santa Maria del Fiore illustravano gli sforzi fatti dai restauratori, nei mesi scorsi, per ripulire le pareti del monumento da scritte e graffiti, oltre a un nuovo sistema digitale pensato proprio per disincentivare vandalismi di questo tipo. Ha il sapore di una beffa quella andata in scena ieri mattina in piazza Duomo. Protagonisti quattro giovani che, dopo essere stati immortalati dai fotografi e i cineoperatori presenti all’iniziativa, sono riusciti a fuggire, senza essere identificati. E lasciando l’Opera alle prese col dubbio se procedere o meno con una denuncia per danneggiamento.

L’UNICO elemento per risalire all’identità del gruppetto sono infatti gli scatti e i video, realizzati da fotogiornalisti e videoperatori, che lo immortalano mentre è intento a mettere in atto il vandalismo, e che mostrano quattro persone, tre ragazzi e una ragazza ventenni o poco più, probabilmente stranieri stando alle testimonianze dei presenti, che con un gessetto o un pennarello scrivono a turno il proprio nome sulla campana. Proprio i fotografi sono scesi a dare l’allarme ai responsabili dell’Opera, impegnati in conferenza stampa al piano terra. Immediato, ma non abbastanza, l’ordine di chiudere le vie d’uscita dal campanile: quando sono iniziati i controlli, i quattro se l’erano già data a gambe. Limitato l’impatto del danno: per ironia della sorte la campana, d’epoca settecentesca, era, ha spiegato Beatrice Agostini, l’architetto responsabile dell’operazione di recupero, «l’unica parte degli interni del campanile non ancora sottoposta a ripulitura: lo sarà a giugno, e in quell’occasione toglieremo tutte le scritte, incluse quelle di oggi». Oggetto dell’intervento è stato invece il resto dell’interno del campanile, senza eccezioni: un lavoro certosino, durato tre mesi, nel corso dei quali i tecnici hanno rimosso dalle pareti, uno per uno, nomi, date e dichiarazioni d’amore, ma anche slogan politici e qualche insulto, lasciati impressi da generazioni di studenti e turisti, oltre a riparare le lesioni sui muri e a pulirli da muffe e guano. «Si tratta del primo vero grande intervento di rimozione delle scritte e degli atti vandalici eseguito sul campanile, che versava in condizioni di degrado e sporcizia – ha sottolineato Agostini -. Abbiamo tolto, con metodi diversi, le scritte presenti su ogni tipo di superficie, marmo, pietra, laterizio e legno.

All’inizio del prossimo anno ci occuperemo anche della cupola del Brunelleschi». Poi, è stato annunciato, la manutenzione sui due monumenti sarà eseguita con regolarità, ogni anno. E per chi proprio non potrà fare a meno di lasciare testimonianza di sé e della propria visita, l’Opera ha pensato a una soluzione alternativa, e perfettamente legale: ai vari piani del campanile sono state installate lavagne elettroniche sulle quali i turisti potranno scrivere ciò che vorranno, senza deturpare il monumento. I messaggi saranno poi conservati e catalogati nell’archivio storico dell’ente, lo stesso che custodisce i documenti che ne raccontano sette secoli di storia, oltre che sul sito dell’Opera, in un’apposita sezione dove chiunque potrà andare a cercarli.

GAIA RAU, LA REPUBBLICA

Cancellate le scritte, lavagne digitali dedicate ai «turisti»

Una maxi operazione di ripulitura dalle migliaia di “graffiti” che deturpavano gli interni del Campanile di Giotto a Firenze, accompagnata da un’operazione di prevenzione con l’installazione di “lavagne digitali” dove poter lasciare la propria testimonianza senza danneggiare il monumento. È il piano messo in campo dall’Opera del Duomo per proteggere la celebre torre dagli innumerevoli sfregi che i turisti hanno compiuto nei decenni sulle sue pareti per lasciare tracce della visita. «È il primo vero grande intervento di rimozione delle scritte e degli atti vandalici eseguito sul Campanile di Giotto che versava in condizioni di degrado e sporcizia – ha spiegato Beatrice Agostini, architetto dell’Opera – che ha permesso la rimozione di tutte le scritte non storicizzate presenti sul monumento. E all’inizio del prossimo anno, ci occuperemo anche della Cupola del Brunelleschi».

AVVENIRE

Ci sono voluti mesi per eliminare decenni di maleducazione. I temi preferiti: nome, data e cuoricini

NON lasciate un segno, o voi che entrate. Oppure limitatevi a farlo in modo… virtuale. Suona così l’invito rivolto dall’Opera di Santa Maria del Fiore a turisti e studenti incapaci di controllare l’impulso a scrivere (o peggio, a incidere) il proprio amore, il nome o la città di provenienza su opere d’arte e monumenti. Terminata l’opera di ripulitura delle pareti del Campanile di Giotto, la Fabbriceria della Cattedrale di Firenze – che ha il compito di conservare e abbellire il complesso monumentale del Duomo, al quale si aggiunsero formalmente nel 1777 il Battistero di San Giovanni e, nel 1891, il Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore) – ha tentato la carta della soluzione 2.0, mettendo in funzione “totem digitali” in grado di soddisfare l’esigenza dei moderni graffitari.

GRAZIE alla app “Autography”, i turisti ansiosi di scrivere qualcosa troveranno a loro disposizione tre totem digitali (tablet) sui quali lasciare gratuitamente messaggi personalizzati in italiano o in inglese, scegliendo il mezzo (matita, pennello, pennarello, spray) e materiale (legno, pietra, bronzo), senza deturpare l’antico monumento, le cui fondamenta furono scavate attorno al 1298, ben 36 anni prima che il buon Giotto di Bondone subentrasse nell’incarico di capomastro. Trasmessi in rete, i messaggi saranno visibili praticamente in tempo reale sul sito dell’Opera (http://autography.operaduomo.firenze.it) e l’autore riceverà copia del proprio capolavoro via e mail: archiviati e stampati in un apposito volume, saranno conservati nell’Archivio storico dell’Opera di Santa Maria del Fiore e, comunque, consultabili.

«SI TRATTA del primo vero grande intervento di rimozione delle scritte e degli atti vandalici eseguito sul Campanile di Giotto, che versava in condizioni di degrado e sporcizia, e che ha permesso l’eliminazione di tutte le scritte non storicizzate (con meno di 30 anni) presenti sul monumento e sui vari tipi di supporto: marmo, ma anche pietra, laterizio e legno – spiega Beatrice Agostini, architetto dell’Opera -. All’inizio del prossimo anno ci occuperemo anche della Cupola del Brunelleschi; d’ora in poi gli interventi di conservazione saranno effettuati ogni anno».

«GLI INTERNI della torre campanaria (414 ripidissimi scalini per un milione e 300mila visitatori ogni anno) erano in cattive condizioni, deturpati da scritte, graffiti, lesioni sui muri, scagliature delle pietre, muffe e guano – interviene la social media manager dell’Opera del Duomo, Alice Filipponi -. Per la prima volta nella sua storia è stato effettuato un vero e proprio intervento di rimozione delle scritte e dei graffiti accumulatisi nel corso dei decenni sulle pareti interne del Campanile di Giotto». «I temi più ricorrenti? Data e nome, seguiti da messaggi d’amore e cuori con le iniziali, ma anche frasi politiche e paese di provenienza – spiega ancora la Filipponi -. La scritta più antica risale al 1808, mentre le più bizzarre trovo siano “Brunelleschi is Magic” e “Bonnie e Clyde”, messaggio di un metro e mezzo di lunghezza. Peccato che proprio nel giorno di presentazione dei totem anti-scritte alcuni vandali abbiano pensato di incidere i loro nomi sulla grande campana settecentesca in bronzo che si trova al secondo piano del campanile, fortunatamente non ancora ripulita: lo faremo a giugno». Doppia beffa: nonostante siano stati visti e all’uscita sia arrivata la polizia, gli studenti stranieri sono riusciti a uscire indisturbati. Multa virtuale?

LETIZIA CINI, QN LA NAZIONE

Campanile, lavagne antiwriters

OLTRE al danno, la beffa: ieri mattina, proprio nel giorno in cui venivano inaugurate le tre postazione di Autography, poste al primo, terzo e quarto livello del campanile di Giotto, per permettere ai visitatori di lasciare un segno ‘eterno’, ma virtuale, del loro passaggio, alcuni ragazzi in gita scolastica, forse stranieri, ignari della novità, o semplicemente per maleducazione, si sono fatti artefici dell’ennesimo atto vandalico, ai danni di una delle tante meraviglie della nostra città: il campanone settecentesco esposto al secondo piano, su cui hanno scritto delle frasi ‘ricordo’. Immediata l’allerta del personale di vigilanza dell’Opera del Duomo, che ha subito avvertito la polizia. Ma nonostante dalle 12.30 in poi siano state chiuse, per un breve lasso di tempo, l’entrata e l’uscita al Campanile, i vandali hanno fatto giusto in tempo a dileguarsi, scampando ad una bella denuncia. Che sia l’ultima volta che qualcuno deturpi con gesti simili i nostri monumenti? Si spera di sì, in questo caso grazie soprattutto ad Autography. Che consente non solo di personalizzare le proprie scritte digitali – che possono essere a penna o pennarello, spray o matita, e di vari colori – ma anche di vederle entrare a far parte dell’archivio storico dell’Opera di Santa Maria del Fiore, insieme ai documenti che raccontano i suoi sette secoli di vita: dalla costruzione della cupola del Brunelleschi ai registri dei battezzati, coi nomi, tra gli altri, di Amerigo Vespucci o della Gioconda. «Autography – spiega Alice Filipponi, social media manager dell’Opera – è il primo caso di sensibilizzazione contro i graffiti che però li promuove ma in un’accezione altra, digitale appunto». E non è un caso che la prima fase del progetto, come spiega l’architetto Beatrice Agostini, abbia riguardato: «Il primo vero grande intervento di rimozione di tutte le scritte degli interni del Campanile, che erano su marmi, pietre, laterizi e legno». Ogni anno infatti i monumenti dell’Opera del Duomo sono oggetto di atti vandalici, scritte e graffiti. «All’inizio del prossimo anno – annuncia – sarà la volta della Cupola del Brunelleschi, e abbiamo anche programmato interventi annuali di manutenzione». La campana deturpata, invece, è ancora in attesa di restauro.

MAURIZIO COSTANZO, QN LA NAZIONE

 

 

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