BOLOGNA
È DI nuovo pieno di scritte il muro del centro sociale Xm24 di via Fioravanti.
Giovedì sera, al termine della serata di sostegno a i tre attivisti denunciati per imbrattamento (per avere aiutato Blu a ricoprire i suoi murales), è partito il “tag free”: chiunque poteva prendere la bomboletta e scrivere quello che voleva sul muro grigio.
Bambini, adulti, passanti.
C’era anche Blu, insieme ad oltre cinquecento giovani e meno giovani che hanno affollato la festa, tutti rigorosamente mascherati in solidarietà al “proprio” artista. «Il messaggio che vogliamo lanciare con questa serata spiegava Wu Ming 2 – è far capire che siamo vivi, che non c’è solo il grigio».
Come dire: Blu una settimana fa ha ricoperto i suoi pezzi sparsi in giro per la città per la lanciare un messaggio molto chiaro contro la mostra sulla Street Art. Ma ci saranno altri pezzi, altri muri, altre scritte. Anzi, ci sono già. Ecco perché la festa: rigorosamente vietata a telecamere e macchine fotografiche, con il reading dei Wu Ming, l’asta di beneficenza («ultimo premio: le mutande nere di Blu»), il mercato di frutta e verdura e quello dei fiori. Su Facebook c’è chi la spiega così: «Le opere di Blu che fino a ieri adornavano le pareti dei nostri stabili erano un modo sintetico per esprimere ciò che avveniva e ancora avviene al riparo di quegli edifici: memoria, antifascismo militante, antisessismo e antirazzismo, controcultura, conflitto. Le opere di Blu come di altri artisti non sono mai state solo un bel disegnetto. Ed espropriarle del contesto di quei luoghi è solo un legal-washing per renderle appetibili, senza sporcarsi la coscienza».
LA REPUBBLICA DEL 19 MARZO
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