La “punizione” del sapone contro i graffiti selvaggi

TRIESTE

La Polizia locale costringe un tredicenne a pulire il muro sporcato in Cittavecchia. L’assessore Martini: «Una lezione più efficace della maximulta da mille euro»

Il Comune è corso ai ripari aumentando i controlli e alzando di molto le sanzioni che sono passate da 50 a mille euroNel 2015 sono state ben 174 le sanzioni elevate contro i writers. Nonostante questo Cittavecchia resta una “lavagna di sfogo”L’offensiva comunale, nell’agosto scorso, ha portato a identificare sei writers recidivi. Hanno ricevuto ben 537 multe. Quasi 60mila euroLa “piaga” dei graffitari è esplosa negli ultimi anni ed è peggiorata moltissimo soprattutto nelle zone della città appena riqualificatedi Gianpaolo Sarti Forse un semplice “tvb”, un “forza Inter” o un “forza Milan” che in questo finale di campionato sarebbe servito da incoraggiamento. O un più ispirato “x ama y”. Chissà. Non lo sapremo mai. Quel che è certo è che al ragazzino di Milano pizzicato ieri pomeriggio a imbrattare una stradina di Cittavecchia, in via Androna del Pane, è andata davvero bene. Molto bene. Rischiava 1.000 euro di sanzione, questo prevedono i nuovi regolamenti comunali antiwriter, ma stavolta i vigili hanno preferito tenere in tasca il blocchetto delle multe per porgergli, piuttosto, sapone e spugnetta. «E adesso pulisci», il rimbrotto degli agenti. Un caso destinato a fare scuola qui a Trieste, in questa incessante battaglia contro i maleducati che lordano giorno e notte il quartiere. È “Urban”, una zona di pregio, si sa, strappata al degrado grazie a decenni di lavori e finanziamenti pubblici. Ma quelle viuzze sono diventate da tempo le lavagne privilegiate dei graffitari. E di artistico non hanno nulla. Basta chiedere in giro, la gente è stufa. La scena di ieri è stata immortalata con il cellulare di un passante. Sono le 13.45, c’è poca gente in giro. Una signora cammina tranquilla tra le stradine e si accorge di un ragazzino con un pennarello nero che si avvicina a un muro. Si apposta e osserva la scena: «Il giovane stava iniziando a scarabocchiare la parete di una casa», racconta lei. Un punto, peraltro, già pieno di altre scritte con spray. «Eccoli qua, presi sul fatto», deve aver pensato la donna. Ferma il giovinetto: «Cosa stai facendo?». Lui: «Mannò, niente, scrivo solo una cosa piccola… Ce ne sono tante di scritte qui… No, non chiami la polizia». È un milanese, un tredicenne qui a Trieste in gita scolastica. La signora fa di più, non solo allerta la Polizia municipale, ma accompagna pure il ragazzo dai compagni che, in quel momento, si trovano in piazza Unità. E chiede dell’insegnante a cui racconta tutto. Il giovane ormai è in lacrime. Pochi istanti dopo ecco sopraggiungere due agenti della municipale che decidono di non farla passare liscia al “graffitaro” e lo portano, assieme alla professoressa, sul luogo del delitto. Chiedono sapone e spugna a un ristorante lì vicino e aspettano che il tredicenne pulisca tutto. Niente multa stavolta, ma una lezione che forse servirà a qualcosa. La Polizia locale negli ultimi mesi ha intensificato i controlli, tanto più di fronte a un fenomeno che non sembra dare tregua. Il report del 2015 del Comune riporta un totale di 174 sanzioni su questo fronte. Risale all’agosto dello scorso anno la minuziosa indagine che ha portato all’identificazione di sei writer di “casa nostra”, tutti tra i 18 e i 22 anni, ritenuti gli autori di una buona fetta di scritte, tag e disegni vari con cui hanno imbrattato muri e palazzi. Sono stati costretti a pagare 537 multe. Quasi 60 mila euro per aver violato il severo regolamento di Polizia urbana e quello per la “Gestione dei rifiuti e la nettezza urbana” che prevede sanzioni di mille euro. Mille euro a graffito. «Se gli agenti questa volta hanno agito così è perché si sono accorti che avevano davanti un ragazzino che faceva scarabocchi – commenta il comandante della municipale Sergio Abbate – cosa un po’ diversa dai writer che imbrattano tutto». Insomma, una bravata col pennarello. «Certo, a rigore di norma si dovrebbe punire tutti senza guardare in faccia nessuno, ma forse si ottengono migliori risultati in questo modo» aggiunge il comandante. L’ammontare delle sanzioni, prima erano di 50 euro, è cresciuto esponenzialmente proprio per scoraggiare i vandali. «Questo fatto dimostra che c’è una notevole capacità e sensibilità da parte del personale in servizio – rileva la vicesindaco Fabiana Martini – che sa valutare quando è il caso di sanzionare e quando no. La multa è lo strumento normativo di cui disponiamo per responsabilizzare la cittadinanza ma, quando le condizioni lo consentono, e se il fatto è subito rimediabile, è più efficace comportarsi diversamente. Come è avvenuto. Il contesto normativo, tuttavia, non ci aiuta: ci piacerebbe poter rispondere ai comportamenti vandalici con i lavori socialmente utili, più che affibbiare mille euro. Ma, almeno per ora, le leggi non ce lo permettono». Martini ricorda anche che «quando abbiamo alzato la multa a quella cifra, lo abbiamo fatto costatando che il fenomeno era peggiorato soprattutto nelle zone della città appena riqualificate. Il messaggio che si è voluto dare è che il bene comune è un grande valore di cui si deve fare carico tutta la comunità». I residenti segnalano anche un altro disagio: il quartiere non è solo una lavagna di sfogo, ma pure un grande vespasiano a cielo aperto. Una lotta tra writer e water.

ARTICOLO DI GIAMPAOLO SARTI DEL 20 APRILE 2016, IL PICCOLO

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