Gino Bartali celebrato con un murale

VERONA

I muri di Borgo Venezia si sono arricchiti di nuovi colori. Arancio, azzurro e rosa sono le tinte scelte dagli artisti di arte murale per celebrare Gino Bartali. Un grande campione a cui Verona e la Comunità Ebraica hanno voluto rendere omaggio con una targa ricordo e un murale lungo il muro dell’azienda Siof che fiancheggia la pista ciclo-pedonale di 400 metri da via Pisano al Cimitero degli Ebrei di via Badile che porterà il nome del campione toscano. Il progetto è stato realizzato da due artisti, il Pier, con trascorsi da designer e grafico, esperto di walldesign e professionista dalla fine degli anni novanta e Michele De Mori, architetto e writer per passione, in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’azienda Siof. Proprio l’azienda che produce ossidi ferrosi e quindi produce il colore arancione, ha finanziato il costo dei materiali chiedendo ai writers di tenere il fondo del muro di colore arancio. Bartali è stato disegnato in bianco e nero, come le immagini del tempo che ci sono arrivate con la televisione. Gli artisti sono sia veronesi che di altre zone d’Italia e anche della Germania, invitati per completare il grande lavoro. Tra i veronesi troviamo sia Exem, autore di alcuni murales degli ex Magazzini generali ed esposti anche nella mostra di Bologna sulla street art, sia De Mori che ha collaborato al volume che Cariverona ha dedicato ai writers veronesi della Zai.«E’ stato un lavoro piuttosto impegnativo – spiega il Pier – Gino Bartali è stato un grande campione nello sport e nella vita, un esempio per i giovani ed era importante dargli uno sfondo adeguato. Un murale che possa creare curiosità e crei delle domande e soprattutto “speremo ch’el dura”».A scoprire la targa ricordo, il presidente della sesta circoscrizione Mauro Spada e l’assessore allo Sport Alberto Bozza. «Non a caso abbiamo scelto questo tratto di ciclabile per ricordare un grande uomo e un campione del ciclismo – ha detto – un eroe che rischiò la vita e si adoperò in favore dei rifugiati ebrei e della loro salvezza che nel 2005 fu insignito di una medaglia d’oro al merito civile».Un grand’uomo come ha raccontato con gli occhi lucidi dall’emozione il nipote Giacomo Bertagni figlio di Bianca Maria Bartali. «Siamo felicissimi per questo riconoscimento – spiega Giacomo – mio nonno non solo è stato un mito del ciclismo le cui fatiche e imprese sportive hanno ispirato e avvicinato più generazioni ma anche un uomo coraggioso che con le sue vittorie ha dato orgoglio e speranza ad una nazione piegata dalla guerra. Un nonno buono e tenero, giusto tra i giusti, come lo ha definito la comunità israeliana per aver salvato tantissimi ebrei dai campi di concentramento. Cosa che io e mia mamma abbiamo saputo molto tempo dopo perché lui amava dire “Il bene si fa e non si dice e certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”».Nel portare il saluto della comunità ebraica di Verona Arié Tieger ha ricordato l’elevata figura umana di Bartali che per questo fu insignito del titolo “Giusto tra le nazioni” e come nella tradizione ebraica il luogo della sepoltura sia chiamato “Casa della vita” perché una persona non muore davvero mai, se si mantiene vivo il ricordo ed il suo nome. E alla memoria del “Ginettaccio” tanti amici del mondo del ciclismo del passato che con lui condivisero tanti momenti belli come Michele Dancelli, Renato Giusti, Campagnari, Andreoli, Soave, Carletto e Castelletti, mentre a rappresentare la federazione ciclistica il vice regionale Pierluigi Molinaroli e Angelo Gandini.

ARTICOLO DEL 9 MAGGIO 2016, L’ARENA

Share This Post

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>