IL CITTADINO DI MONZA E BRIANZA – 20 MAGGIO 2016

Viaggio nel Vimercatese invaso da scritte, tag e graffiti I sottopassi ferroviari sono i luoghi preferiti dai writers

VIMERCATE

Linee curve e spezzate, colori accesi o scritte nere, grandi murales o semplici tag. Parcellizzato come le gocce di vernice soffiate fuori da una bomboletta spray, quello della “street art” è un fenomeno multiforme. Che diventa arte o imbrattamento, sporcizia o bellezza.

«Un fenomeno che va a ondate, e che negli ultimi anni è in diminuzione». È questo il sentire condiviso che emerge dai Comuni del Vimercatese, dove gli amministratori ricordano episodi eclatanti di vandalismo solo tornando indietro di qualche anno. Ma se quello della ciclicità sembra essere il trend generale (associato all’attuale periodo di “sordina”), non sono mancati recenti colpi di coda. Come a Carnate, dove proprio settimana scorsa amministrazione e cittadini hanno organizzato un presidio contro il vandalismo. Quello messo in atto da alcuni ragazzini nel parchetto pubblico di via Barassi, vanificando lo sforzo che un gruppo di volontari sta mettendo in campo per riqualificare la zona; tra i danni realizzati dai bulli ci sono state anche scritte vicine al fascismo. Imbrattamenti simili sono quelli scoperti poche settimane fa all’interno dell’oratorio di Lesmo. O quelli identificati dall’amministrazione roncellese dentro l’ex asilo comunale, durante il sopralluogo di un paio di mesi fa: la scritta “Satana” circondata da una stella giudaica e “Halla Uakbar” associata a “Boobs” fa intendere che si sia trattato di qualche vandalo alla ricerca di visibilità (ma con le idee un po’ confuse). Recente anche l’episodio di Peregallo: la Polizia locale ha colto sul fatto un paio di ragazzi intenti a scrivere con le bombolette sui muri di un parchetto pubblico.

Per il resto, bisogna correre indietro di almeno un paio di anni per ritrovare fatti così gravi da balzare agli onori della cronaca. Come quello degli imbrattamenti in centro realizzati da un gruppo di minorenni a Cornate d’Adda. O come quello di Burago del 2012, quando la Polizia di Milano aveva effettuato delle perquisizioni seguendo le tracce di una crew autrice di graffiti nella città meneghina.

Quale che sia, oggi, l’effettiva frequenza della realizzazione delle scritte su muri pubblici o privati (e la percezione della pervasività del fenomeno è figlia di molteplici padri. Tra cui, probabilmente, l’altalenante moda della bomboletta o le antenne più o meno ricettive dell’opinione pubblica), la fotografia che si ha del Vimercatese è piuttosto chiara. Di “tag”, piccoli disegni e scritte ce ne sono a migliaia. Si parte dal centro dei paesi, anche dei più piccoli, e si finisce nei bordi dell’abitato, sui cascinotti in mezzo ai campi. Senza eccezioni. I maggiori collettori di murales complessi sono i sottopassi: quelli di Busnago e Bellusco che tagliano la Sp2, quelli della ferrovia di Carnate-Usmate o di Arcore, quello di Cavenago che scende sotto l’autostrada. In alcuni casi, almeno in origine, il tentativo delle amministrazioni era stato quello di far decorare le gallerie da alcuni writer (professionisti o in erba), ma nel giro di pochi mesi si sono riempiti di tutto un po’. Cosa succede quando vengono ridipinti di bianco? Basta poco perché ritornino come prima. A Vimercate è ben evidente il prolificare di graffiti scritte sui muri esterni e interni dell’Omnicomprensivo, oltre che in piazza Marconi e su tutti i principali muri pubblici della città (anche quelli del cimitero, dove qualcuno consiglia di considerare “Prima il nord”).

Graffiti come “street art”, come forma d’arte capace di interessare i giovani e di canalizzare la loro creatività. E che si manifesta nella messa a disposizione, da parte di numerose amministrazioni del vimercatese, di “muri legali” per sbizzarrirsi con gli spray colorati senza fare danni al decoro pubblico. Tra gli altri, ce ne sono a Vimercate, Agrate, Busnago, Burago, Bellusco, Arcore, Usmate. Ma non solo: ci sono progetti scolastici e di alcuni “Spazi giovani” che sfociano nella realizzazione di un graffito ad opera dei ragazzi. Per esempio, lo scorso anno ne è stato fatto uno a Caponago, sul muro esterno della scuola; pochi mesi fa è stato attraverso i murales che il Cag di Cavenago è stato ridipinto; a breve la nuova rampa di skate di Cornate verrà colorata proprio dai suoi fruitori.

ARTICOLO DI FEDERICA SIGNORINI

«Ci sono tanti tipi di writers non tutti imbrattano muri»

«Esistono writers e writers» e a dirlo è uno street art come Matteo Mastrogiuseppe in arte Mastro o Stromastro. Un ragazzo milanese di soli 19 anni, che maneggia con abilità le bombolette per esprimersi sui muri e soprattutto legalmente. L’ultimo suo lavoro riguarda l’edicola di Vale snc di via De Capitani a Concorezzo per abbellire le cler del chiosco con i personaggi di Walt Disney come Topolino, Pluto e Pippo. «Tante volte veniamo accusati di essere dei vandali e degli imbrattatori, ma ci tengo a dire che non siamo tutti uguale – ha raccontato il ragazzo che frequenta l’accademia di Belle Arti di Brera- . Esistono graffitari che sporcano i muri oppure li taggano con le loro firme per farsi conoscere in giro e creare una crew, ovvero un gruppo di writers. Questo però vuol dire spesso agire di nascosto e nell’illegalità, cosa che da più piccolo mi è capitato di fare, ma ora ho scelto un’altra strada perché per me fare questo mestiere significa coniugare una mia passione con l’arte». E allora da qualche anno Stromastro cerca di realizzare delle vere e proprie opere d’arte, oltre ad essere un grande appassionato di foto e pittura. «Io cerco chi può darmi dei muri su cui disegnare e non voglio far qualcosa di nascosto solo per farmi notare dai graffitari come me . Non siamo tutti vandali e non tutti pensano a imbrattare i vagoni di treni e metropolitane. Io cerco di fare un’attività legale e a mio parere per affrontare il problema dei vandalismi serve che le persone mettano a disposizione i muri perché vuol dire anche poter abbellire le nostre città». Tra l’altro non è semplicissimo maneggiare le bombolette per rappresentare su una parete quello che si ha in testa, ma Matteo quando ha in mano gli spray colorati prova «un’emozione difficile da descrivere per chi non ha questa passione dentro». Nel Vimercatese però non mancano esempi di writers, che legalmente hanno dato il proprio contributo per rendere meno grigi i paesi brianzoli. Un caso emblematico riguarda il muro al confine tra la caserma dei vigili del fuoco di Vimercate e il parco di via Brianza a metterci mano è stato addirittura il famoso rapper Emis Killa. .«Oggi abbiamo finalmente inaugurato la prima hall of fame di Vimercate – aveva scritto Emiliano Giambelli (nome all’anagrafe del cantante) qualche mese fa sul proprio profilo Facebook una volta conclusa l’opera -. Grazie a tutti gli amici che hanno contribuito a rendere questa giornata speciale, a Mind, Pela, Rud, Beps, Hise, Imen, Finok e gli altri per la murata e ovviamente al Comune per avermi concesso di realizzare questa iniziativa. Viva l’hip hop». Lo stesso artista aveva ottenuto il permesso pochi giorni prima dall’amministrazione per decorare proprio quel muro che è stato completamente trasformato. La street art che ha iniziato a diffondersi negli anni ’80 in America non è solo vandalismo e imbrattamenti, ma un’arte che inizia a diffondersi anche in Brianza con degli esempi positivi.

ARTICOLO DI MICHELE BONI

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