«Ci riprendiamo Castelfranco»

I volontari di Retake contro il degrado: hanno ridipinto il sottopasso alla stazione

CASTELFRANCO

«Ero stanca di cancellare le scritte dai muri con Photoshop nelle fotografie». I meno esperti in informatica forse non sanno che Photoshop altro non è che un programma informatico con cui modificare le foto a piacimento, strumento indispensabile per chi di professione fa la fotografa come Paola Manni. Eppure eliminare il degrado dalle foto di Castelfranco con un semplice click non le era più sufficiente. Così, un giorno, ha deciso di pulirlo per davvero quel muro: «Ho comprato il colore e ho tinteggiato un punto in cui c’erano diverse scritte fatte dai tifosi di Modena e Bologna; siamo terra di confine e le schermaglie sono quotidiane. Ho iniziato in solitaria e qualcuno mi ha preso anche per matta». Ma Paola sul web ha scoperto che poi così matta non era o, forse, che di altri matti come lei in Italia ce ne sono molti: «A Roma c’è un’associazione che si chiama Retake Roma (riprendiamoci Roma, ndr), un gruppo di cittadini (33mila circa, ndr) che lotta contro il degrado nella capitale. Ho pensato subito che fosse un’idea meravigliosa, li ho contattati per le prime informazioni e ho creato Retake Castelfranco. Su Facebook ho aperto l’omonima pagina e abbiamo già 600 adesioni, anche se poi a “lavorare” siamo una decina. C’è Giglia Ferrari ad esempio, che arriva con una Smart che sembra uscire dal film di Mary Poppins: da quell’auto escono tanti attrezzi che nemmeno un furgone potrebbe contenere. C’è Giuseppe Zunarelli, imbianchino e nostro capo spirituale. Ci sono i nostri figli, che sono ben contenti di aiutare. E un altro gruppo di amici». In poco tempo quelli di Retake Castelfranco si sono dati da fare: «Estirpando erbacce, raccogliendo rifiuti nei fossi e ritinteggiando il sottopasso della stazione». Un luogo che nei mesi scorsi era stato preso di mira da un grafomane innamorato, che lo aveva scambiato per una bacheca personale in cui lasciare messaggi d’amore. «Questi – prosegue Paola – sono solo alcuni dei lavori svolti». E le altre persone? «C’è chi passa e ci ringrazia per quello che facciamo, un signore straniero un giorno ci ha visti e si è unito a noi. E il Comune è contento, ma noi non abbiamo alcuno schieramento politico. Lo facciamo solo per amore del nostro paese». Un esempio anche per i figli e indirettamente – ma neanche tanto – per tutti quelli che si lamentano sul web: «La regola è semplice. Smetti di lamentarti e fa qualcosa. Il tempo che si impiega a protestare è lo stesso che serve a ridipingere un muro, a raccogliere una cartaccia o a pulire dalle erbacce una strada. E ci si sente meglio. E man a mano che vai avanti si uniscono altre persone, diventa virale. Sarebbe bellissimo se in tutta la provincia nascessero associazioni simili». Perché in fondo nel nome Retake sta tutta la sostanza della combriccola di Paola: riprendersi ciò che di diritto è dei cittadini. (gib)

ARTICOLO DEL 26 MAGGIO 2016, GAZZETTA DI MODENA

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