Guerra agli imbrattatori in città «Ma ora prendono di mira noi»

MODENA

DIVENTARE mira degli imbrattatori. Tu, che da anni cerchi di cancellare le loro tracce lasciate sui muri di mezza città. Sta accadendo all’associazione ‘Vivere Sicuri’, capitanata da Ercole Toni: una quarantina di volontari che – su chiamata del Comune, della municipale, dei privati e anche di propria iniziativa – intervengono con pennello e colori per rifare il look ai palazzi del centro ma non solo. «Da diverso tempo le serrande della nostra sede in via Ganaceto vengono macchiate da slogan di ogni tipo – racconta Toni -. Evidentemente si tratta dei ragazzi a cui cancelliamo le scritte sugli edifici. E’ come una sorta di vendetta». E slogan del tipo ‘Muri puliti, popolo muto’ sono la chiara prova di un impegno che dà fastidio a molti, in primis i writer invisibili che sotto la Ghirlandina danno sfogo alle loro cause politiche e amorose con bombolette e vernici. «A volte – prosegue Toni – troviamo anche il lucchetto della serranda pieno di colla, costringendoci poi a cambiarlo. Ormai hanno scoperto dove siamo e sarà dura farli smettere». Probabile che a scatenare le ire dei vandali sia il lavoro intenso messo in campo dall’associazione ‘Vivere sicuri’. «Siamo impegnati dappertutto, nell’ultimo anno gli interventi si sono moltiplicati. A Villa Ombrosa per esempio – confida Toni – cancelliamo i botta e risposta tra estrema destra ed estrema sinistra. Stesso problema in centro storico dove stanno rovinando le facciate di palazzi storici come l’Archivio in corso Cavour. E ultimamente ci hanno dato giù parecchio in via 3 Febbraio e in via Sgarzeria, per non parlare dei cortili nelle scuole. In certi casi abbiamo cancellato scritte anche di 5-6 metri. Il problema – spiega il volontario – è che a forza di ritinteggiare, i muri non vengono più bene come prima: i gialli in particolare fanno impazzire». E la ‘furia’ creativa degli imbrattatori non risparmia niente e nessuno: «Sporcano bidoni e pali e ad alcune attività – come il rivenditore di abbigliamento militare in via Belle Arti -hanno siliconato l’interruttore delle serrande elettriche». Quali sono gli slogan più quotati? «Più o meno sempre i soliti – assicura Toni -. Si va dalle offese ai militari alle dichiarazioni d’amore, ma non mancano frasi oscene e blasfeme». Armati di rullo, vernice bianca e tanta pazienza Toni e i suoi volontari rimettono a nuovo edifici e porticati. Vuoi il silenzio e la quiete, vuoi l’atmosfera sonnolenta della notte, il centro storico si conferma meta prediletta degli artisti, ma il raggio d’azione di ‘Vivere sicuri’ raggiunge ormai la periferia. «La città continua ad occupare la maggior parte della nostra attività – dice Toni – ma ultimamente ci siamo spinti fino al ponte dell’Alta Velocità a San Matteo. Nessun quartiere è immune ai graffiti e non è raro che lavoriamo anche più di otto ore al giorno».

SCHEDA

Le zone ‘calde’

Toni insieme ai suoi volontari ritinteggiano soprattutto i muri del centro storico, ma in alcuni casi si spingono anche in periferia, ultimamente fino alla frazione di San Matteo

Gli slogan più quotati

Nella maggior parte dei casi si tratta di scritte a sfondo politico, ma non mancano dichiarazioni d’amore e frasi volgari. In alcuni casi ci vogliono fino a otto ore per rifare il look ai muri imbrattati

ARTICOLO DI VINCENZO MALARA DEL 3 GIUGNO 2016, IL RESTO DEL CARLINO

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2 Responses to Guerra agli imbrattatori in città «Ma ora prendono di mira noi»

  1. Salvatore Rispondi

    16 giugno 2016 at 20:16

    “Muri puliti, popoli muti”: è uno slogan che scrivono sui muri gli appartenenti a movimenti giovanili di estrema destra.

  2. aperol Rispondi

    17 giugno 2016 at 13:26

    Esatto: è la demenza tipica dei fascisti più idioti.

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