I bambini e il decoro Una lezione per gli adulti

L’INIZIATIVA Documentate da 350 alunni situazioni di degrado e incuria. Indicate anche le soluzioni

VENEZIA

I bambini insegnano il decoro agli adulti. Lo hanno fatto con le loro mani e la loro voce attraverso video, plastici, cartelloni, poesie e disegni per denunciare il degrado di Venezia e tutte quelle cattive abitudini che la sporcano o la rovinano. Ieri, nel patronato dei Salesiani a Castello, si è concluso il progetto civico “In decorosa Mente” promosso dall’associazione “Garanzia Civica” con il patrocinio de Il Gazzettino, Veritas e TeleVenezia a cui hanno partecipato oltre 350 studenti. Un progetto abbracciato dai tre istituti comprensivi di Venezia (Dante Alighieri, Francesco Morosini e San Girolamo) che ha visto all’opera, in sei mesi, 16 classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado. I bimbi, guidati dai docenti, hanno documentato le situazioni di degrado e incuria con immagini e interviste. E ieri, nell’oratorio di Castello, se ne son viste di tutti i colori con la proiezione dei lavoretti: la San Girolamo ha realizzato un cortometraggio sui graffiti e “nizioleti” rovinati. Il messaggio deciso: «Dobbiamo smetterla di far finta di non vedere». La scuola Zambelli invece ha inviato una poesia in rima recitata dai piccoli: «se lasci per terra le cacche dei cani sarai circondato da mille nani». L’istituto Alessandro Manzoni ha creato un plastico sul modello di campo San Giacomo dell’Orio facendo recitare gli scolari con delle marionette per raccontare la sporcizia nella zona. La scuola Palladio si è concentrata sui rifiuti abbandonati alla Giudecca con una tirata d’orecchi a Veritas per gli adesivi incollati a terra che indicano la direzione dei bagni pubblici. L’istituto Dante Alighieri ha inviato fotografie di incuria e malcostume, compresi i turisti a torso nudo. La scuola Sansovino ha coniugato degrado e scienza botanica con immagini e nomi delle erbacce che crescono selvagge in molti angoli del centro storico. La scuola Gozzi di Castello ha individuato le discariche e le affissioni abusive, come il percorso delle frecce appiccicate sulla pavimentazione di via Garibaldi che conducono alla sala giochi. Un richiamo degli alunni anche alla Biennale per adesivi di mostre incollati sui masegni dell’Arsenale. E in mezzo all’incuria, l’immagine di un bimbo che con uno spazzolino che cerca di cancellare i graffiti, messaggio di «cura» per la città. Le scuole Duca D’Aosta, Renier Michiel e Calvi si sono sbizzarrite con carrellate di immagini e cartelloni sul degrado: dalle bricole rovinate ai graffiti su pareti e serrande, sacchetti dell’immondizia distrutti dai gabbiani e panchine rotte, fino alla richiesta al Comune di istituire un nuovo mestiere, quello del «controllo del decoro». Il progetto ha insegnato agli studenti l’educazione civica e ambientale, entusiasmandoli: «I ragazzi hanno portato autonomamente le fotografie del degrado che ogni giorno vedono per strada – ha spiegato la docente Maria Ghelfe della Calvi – la modalità del progetto è efficace perché li ha coinvolti in prima persona». L’evento si è aperto con il saluto di Don Massimo Schibotto, direttore dell’oratorio, e si è concluso con la consegna delle targhe di Garanzia Civica ai tre istituti comprensivi. «Il futuro è in mano a voi» ha detto Andrea Gusso dell’associazione veneziana agli allievi. «Siete ambasciatori di Venezia ha aggiunto Davide Scalzotto, capocronista de Il Gazzettino con questo lavoro insegnate ad amare e rispettare la città». A fargli eco Carlo Siviglia di Veritas: «Avete documentato le problematiche di Venezia, città fragile e speciale, un lavoro rivolto anche agli adulti».

ARTICOLO DI GIORGIA PRADOLIN DEL 31 MAGGIO 2016, IL GAZZETTINO

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