Quando l’arte diventa opinione

FERRARA

Sopra i locali del Bender Bar, a due passi dalla stazione ferroviaria, il gruppo Vida Krei ha installato le sue basi, all’interno dell’ex-Dopo Lavoro ferroviario. Lo spazio è completamente rinnovato. I cinque componenti infatti, Paolo Psiko, Simone Mazzanti, Stefano Capozzi, Edoardo Mendez, Andrea Belsito, ne hanno fatto la loro base operativa: colori, bombolette spray, opere su tela, computer,e anche un ampio divano per dormire la notte, sono l’anima e l’essenza di questo luogo. Da subito, entrando, si intuisce la passione che anima questi giovani, e che nasce da lontano, spesso dall’infanzia, e che oggi, grazie all’esperienza maturata, li porta a colorare ampi spazi di muri, a rallegrare con i colori zone che altrimenti sarebbero grigie. Sono infatti writers, graffittari per intenderci. Da quasi tre anni collaborano insieme, e vengono chiamati sia a Ferrara, per decorare ad esempio il palazzo delle palestre su Porta Catena, o per disegnare volti di più illustri pittori del passato presso il volto dell’Ostello, come in altre zone d’Italia. Tanti sono i loro lavori, uno dei più recenti, realizzato da Paolo Psiko, il ritratto di Davide Bowie, come appare in video in una delle sue ultime canzoni prima di morire, al nuovo locale Arci di via Ravenna. Ognuno di questi artisti ha una vocazione e una professionalità propria, e la collaborazione, da come ci spiegano, è il frutto della volontà di aiutarsi. «Prima di tutto, il nostro è un rapporto di amicizia», spiegano Stefano e Edoardo, «quindi abbiamo deciso di collaborare. Ognuno di noi è specializzato in qualcosa, così ci confrontiamo e ci diamo una mano, insieme decoriamo pareti per aziende, enti anche privati». Come è nata questa passione? Stefano spiega che «era la fine del ’96, avevo 10 anni, quando girando in bici per Pontelagoscuro con mio padre, ho visto un disegno su una cabina. Mio padre essendo pittore mi ha regalato dei pennelli, ma poi se n’è fatto una ragione.Qui a Ferrara non c’era nessuno che facesse il writer all’epoca. Nel 2006, quando Paolo arriva a Ferrara, gli è stato fatto il mio nome e è venuto a cercarmi al ristorante dove lavoro come cameriere. Non ci siamo piaciuti subito. Quindi ho iniziato la collaborazione con Edoardo, e poi 3 anni fa, abbiamo realizzato le prime opere insieme». Edoardo ha iniziato a 12 anni, «guardando un muro di Consandalo. E dopo averlo guardato tante volte, ho voluto provare. Da lì è iniziato tutto per gioco, poi ho capito che l’arte diventava una priorità». Per tutti, lo studio è una «sorta di famiglia, dove ci si aiuta nel lavoro. Stiamo cercando di far diventare il graffito la nostra fonte di reddito, e l’obiettivo è cercare di avere garanzie, anche se non è facile. Devi essere bravo e mostrare il tuo lavoro. Adesso le cose stanno andando bene, e vorremmo fare di questo una realtà lavorativa». Realizzare un graffito non è cosa semplice: bisogna raschiare la parete, togliere tutto quello che si può staccare, si dà l’aggrappante, si prepara il fondo e poi si interviene con lo spray, aggiungendo magari lo spray protettivo dai raggi UV, che danneggiano il colore, così spiegano Stefano e Edoardo. «Il tempo di realizzazione è variabile, si può fare in 10 minuti come in una settimana. All’ex-Mof abbiamo impiegato 3 giorni perché eravamo in 12. Comunque in meno di 10 minuti non si fa niente». I ragazzi sottolineano come sia importante, in questo lavoro, il lato umano: «lo scopo è stare insieme e divertirsi, condividendo la stessa passione. Se sei bravo ma hai un atteggiamento sbagliato, non ti chiamano più». Uno dei prossimi edifici da decorare sarà la piscina di via Beethoven. Tra le curiosità, il nome Vida Krei: «è lingua esperanto, significa creare visuale». Un linguaggio universale, esattamente come l’arte.

ARTICOLO DI Veronica Capucci DEL 11 LUGLIO 2016, LA NUOVA FERRARA

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