Vandali: danneggiati 25 edifici

Scritte sui muri della scuola media Vida, in via San Vincenzo

CREMONA

Monitoraggio del Comune. E gli alpini cancellano le scritte In maggio la firma dell’accordo con l’Associazione La mappa viene sempre tenuta aggiornata

Nostro servizio Vernice e punteruoli, nella notte tra sabato e domenica, ‘contro ‘ auto di lusso parcheggiate in centro. Vandalismi. Ma non gli unici, purtroppo. I fatti che hanno riempito le cronache di queste ore sono destinati a far discutere, mentre per altri vandalismi si è fatta quasi l’abitudine. Le scritte sui muri, ad esempio, o ancora quando vengono presi mira giochi nei parchi pubblici o arredi urbani. Pur sempre inciviltà, che non conosce sosta e che ha un costo. Il Comune, dal canto suo, si vede ‘costretto ‘ a tenere monitorata la situazione, in continuo aggiornamento. Lo fa con un sistema informatico. Difficile, però, quantificare il danno economico. L’amministrazione comunale ha infatti stretto un accordo con l’Associazione nazionale alpini (sezione di Cremona-Mantova), i cui volontari si rimboccano le maniche e cancellano le scritte. All’amministrazione pubblica il solo costo del materiale: la manodopera è, appunto, gratuita e garantita dagli alpini. I danni legati agli atti vandalici erano già stati monitorati la scorsa primavera. Non è cambiato molto. Diversi, allora, i sopralluoghi effettuati da tecnici degli uffici comunali, che avevano interessato 40 edifici del centro storico. Di questi 25 erano risultati danneggiati da graffiti. Le superfici erano di tipo diverso; nella maggior parte intonaco, pietra naturale, legno e metallo. Non era stata trascurata anche la periferia. Undici gli edifici rilevati e danneggiati da scritte. Era stata così messa a punto una mappa di quelli di proprietà comunale sui quali è stato possibile intervenire Le ‘penne nere’ erano subito entrate in azione, pulendo i muri del complesso che ospita il Centro Culturale di Santa Maria della Pietà. L’eliminazione delle scritte era partita da vicolo delle Colonnette e proseguita poi in modo da ripulire i muri dell’intera struttura compresa tra via Aselli e piazza Giovanni XXIII. Diverso il discorso per i privati. Perché i vandali non fanno distinzione. Ai costi pubblici vanno quindi sommati anche questi. L’opera degli incivili , però, prosegue. Sembra di assistere a una guerra a distanza: da una parte chi imbratta, dall’altra chi pulisce. In aiuto di chi tiene al decoro potrebbe arrivare le registrazioni degli impianti di videosorveglianza, sempre più frequenti, soprattutto in centro città.

Foto: Gli alpini al lavoro per rimuovere le scritte che imbrattano il complesso che ospita il Centro culturale di Santa Maria della Pietà

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Foto: Non si è salvata neppure la statua di Stradivari, posizionata in corso Garibaldi Due gli atti di vandalismo che ha subito di recente Nell’ultimo episodio di inciviltà è stato spezzato il ricciolo del violino

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ARTICOLO DEL 6 SETTEMBRE 2016, LA PROVINCIA DI CREMONA

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5 Responses to Vandali: danneggiati 25 edifici

  1. Miriam Albarelli Rispondi

    14 settembre 2016 at 11:41

    Ma perché dannarsi a pulire e cercare di portare al rispetto della proprietà altrui tutti i cerebrolesi che sporcano e se la godono alla grande.
    Fanno meno fatica di chi pulisce loro e poi vanno veloci, mica devono chiedere permessi.
    Sono pure sponsorizzati dai produttori di bombolette. E questo è il fatto.

    Sono perfino spinti a continuare da madri, appena fonate, che in favore di video ripresa, pur avendo perso un figlio graffitaro sotto un treno, sembrano soddisfattissime della sua “trasgressione”.

    Oltre tutto ci sono una gran quantità dii cerebrolesi che i vandali li osannano (perfino su Rai1) e che auspicano che non resti un solo pezzetto di paese che sia pulito e senza quelle schifezze. Certo fa tanto intellettuale essere contro il sistema…è che questi delinquenti danneggiano la povera gente che non ha soldi per far ripulire la sua modesta casa. Così sono le periferie a fare ribrezzo, come è a Milano.

    Certo un intellettuale è speciale: ” lui sa vedere, anche se sotto un mare di parolacce e membri maschili e porcherie varie il- tocco eccelso di Pao, anche se è smunto, scrostato e squallido. Un intellettuale vuole educare e imporre al suo bambino – di imparare subito a selezionare la magia del tocco artistico anche se è sommerso da un copertura di imbrattature volgarissime.
    Ma se lo dice la RAI che quella era un’opera d’arte diventa vero! No?
    Come difendersi dalle porcherie sui muri e altro se c’è chi colto definisce l’abuso continuo come una ‘inevitabile assuefazione” fino a percepire quella m…. come la “futura Cappella Sistina”?

  2. Marco Gatti Rispondi

    17 dicembre 2016 at 10:55

    Diavolo adesso mettono telecamere dappertutto. Io sono 14 che faccio il writer “premiando” i vecchi edifici dimenticati con la mia arte. Ora con ste telecamere é diventato impossibile. É ovvio che poi viene da fare i vandali contro le auto. Ah questo sistema…

    • Andrea Rispondi

      13 gennaio 2017 at 11:58

      La sua arte se è richiesta da chi è proprietario del muro sarà sempre ben accetta, con o senza telecamere.

  3. Miriam Albarelli Rispondi

    22 gennaio 2017 at 06:51

    Complimenti per la calma olimpica Andrea.
    Di auto rovinate se ne vedono già in giro, ma sono rare. Perché quelle in Italia, telecamere a parte, sono ben protette dai proprietari.
    Se a un italiano tocchi l’automobile sta certo che corri grossi grossi rischi d’essere, non soltanto redarguito, ma molto molto pesantemente menato.

    Pare che all’estero in generale non ci sia tanta gentilezza quando trovano un vandalo all’opera su treni o muri alrto. Noi no, siamo molli, sarà per quello che nel nostro paese ospitiamo, nostro malgrado e con gravi conseguenze, ogni imbecille imbrattatore seriale in arrivo dall’estero.
    Non solo ragazzi, ma gente anche adulta, malata gravemente da esigenza di esprime violenza. Perché è solo una forma embrionale di “aggressività e abuso il vandalismo”, sempre pronto ad evolversi contro le persone.

    • Andrea Rispondi

      23 gennaio 2017 at 17:19

      Cara Miriam, purtroppo il rispetto della “cosa pubblica” in Italia non è molto diffusa: si pensa sempre che sia di qualcun altro…
      All’estero nessuno si scandalizza se si fanno rispettare le regole. Da noi ci sono sempre priorità più importanti da affrontare… La speranza al cambiamento è sempre forte tra i volontari di Retake in Italia.

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