Gaffe dell’Ibc sul concorso per graffiti “Inviateci i più belli”. Poi la retromarcia

BOLOGNA

LA POLEMICA

Da una parte il Comune cancella le scritte sui muri. Dall’altra l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna invita a fotografarle, descrivendole come #audacimprese. Ma l’Ibc viene cancellata, a sua volta, dalla pagina Instagram dell’ente: in meno di tre ore la sua iniziativa si dissolve. Il tempo di capire che l’idea di chiedere ai cittadini di fotografare le dichiarazioni d’amore vergate a pennarello sulle facciate degli edifici poteva essere fonte di un incidente diplomatico con Palazzo d’Accursio, che rema in direzione contraria. Una gaffe a cui si è posto subito rimedio. «Ci dispiace se la nostra iniziativa è stata mal intepretata», si scusa il direttore dell’Ibc Alessandro Zucchini. Eppure il cortocircuito per qualche ora ha fatto scattare un giro di telefonate tra viale Aldo Moro e l’Istituto Ibc di via Galliera. È bastato che su Repubblica.it venisse pubblicata la foto di un muro imbrattato da una dichiarazione d’amore postata sulla pagine Instagram ufficiale di Ibc. Questa la descrizione dell’immagine: “Il 22 si apre il contest #audacimpreseibc. Aspettiamo gli scatti con le vostre frasi d’amore scritte, disegnate, incise”. Sembra un invito a fotografare (o peggio a fare) graffiti a tema amoroso sui muri, per partecipare a una inedita “gara” bandita dall’Istituto Beni Culturali. Una impressione avvalorata anche dal fatto che sulla bacheca Instagram appaiono altre foto, sempre di graffiti, con una analoga descrizione. Una scelta rischiosa, vista l’annosa battaglia che il Comune sostiene contro i writer, col sindaco Virginio Merola che da tempo chiede anche al governo poteri speciali per sconfiggere gli imbrattatori seriali, magari costringendo chi viene “pizzicato” con bomboletta in mano a ripulire i muri sporcati. E infatti il cortocircuito comunicativo viene subito notato. A Palazzo d’Accursio c’è chi alza le antenne. L’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti chiama subito il direttore Ibc Zucchini: «Ma di che si tratta?», gli domanda. Dopo appena tre ore, al posto delle foto dei “graffiti” amorosi, compare un annuncio: “#audacimprese, contest annullato”. Da Ibc arriva anche una nota che prova a spiegare: «C’è stato un equivoco di interpretazione – spiega l’istituto – infatti il contest su Instagram, con l’hashtag #audacimpreseibc, fa riferimento a uno spettacolo teatrale che porta questo titolo, dedicato all’Orlando Furioso. L’evento itinerante sarà rappresentato a partire dal prossimo 22 ottobre. Tra le manifestazioni collaterali è stato lanciato il contest con l’invito a spedire foto di dichiarazioni d’amore trovate sulle superfici e i supporti più diversi. Vista l’interpretazione che è stata data, il contest è stato annullato. Da parte dell’Istituto non c’è, e non c’è mai stata, l’intenzione di premiare i graffiti. Nel modo più assoluto». Il direttore Zucchini spiega: «Mi spiace che la nostra iniziativa, che voleva promuovere lo spettacolo e la pazzia di Orlando, che scriveva il suo amore su ogni supporto, sia stata interpretata male. L’errore di comunicazione è nostro, non c’entra la Regione, anche perché noi siamo ente autonomo. Ci scusiamo, impareremo a comunicare meglio».

ibc.regione.emilia-romagna.it www.anpi-anppia-bo.it PER SAPERNE DI PIÙ

Lo 007 che spia i writer

 IL PERSONAGGIO

«Scusi, può scrivere solo le mie iniziali? Non vorrei essere riconosciuto». P.G., 64 anni, è un progettista in pensione da un anno. Ora studia i writer: «Per sconfiggere il nemico bisogna conoscerlo». DALLA PRIMA DI CRONACA Approccio pratico e scentifico insieme. Se le forze dell’ordine sembrano tante volte impotenti di fronte ai raid notturni dei writer, P.G. mette nella sua lotta olio di gomito e molto studio. «Un anno fa, quando sono andato in pensione, ho iniziato a interessarmi ai graffiti. C’era un gruppo al Porto-Saragozza che cancellava i tag dai muri e io mi sono unito a loro». Non è finita lì però. P.G si è documentato sui writer. Prima ne ha capito le origini: «Molti si ispirano a movimenti francesi o americani». Poi ha capito come si muovono: «Marcano il territorio. Mettere la propria tag sul muro vuol dire che quella zona è tua. Se un altro writer si intromette col proprio stemma gli viene apposta una riga sopra. Vuol dire: qui non sei il benvenuto». Ha imparato a leggere le tag: «Molte hanno le date. Vicino a casa mia ce n’è una fatta vent’anni fa, quando Pupi Avati girò un film in quella zona». Infine, P.G. ha imparato a risalire dalle tag all’identità dei writer. Tra studio dello stemma e perlustrazione del web, dei siti frequentati dai writer, delle pagine Facebook loro dedicate, ha elaborato un “metodo”. «Ci sono dei codici, anche semplici, intuitivi», per collegare una tag a un nome. Il risultato non è sicuro al 100%, «ma è assai verosimile». Seguendo il suo “metodo” sospetta, ad esempio, «che un murales realizzato a Castenaso sia stato fatto da writer che hanno imbrattato con le loro tag il centro». Ma se è così semplice, perché è così difficile “pizzicare” i writer? «Perchè nessuno fa denuncia. Io ho pulito due volte dai graffiti la scuola Pacinotti, ma il preside non ha mai denunciato. Se la polizia ricevesse molte denunce riserverebbe più attenzione al tema. Io ho molto materiale, per aiutarli a scovarli».

SILVIA BIGNAMI, LA REPUBBLICA DEL 15 OTTOBRE 2016

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One Response to Gaffe dell’Ibc sul concorso per graffiti “Inviateci i più belli”. Poi la retromarcia

  1. Enza P.C. Rispondi

    16 ottobre 2016 at 09:54

    Bologna la Dotta è in campo da tempo alla ricerca di soluzioni democratiche e reali.
    Compresa quella dell’ipotetico “baratto amministrativo”, oggi arenato per via di una legge “mancante”

    Però ecco: da qua si capisce bene che tutto quanto gira intorno al mondo del graffitismo, ulteriore piaga della nostra “patetica società”, che comunica prevalentemente in modo schizzoide e talvolta anche un po’ fessacchiotto, di fatto “si muove a casaccio”, seguendo le folate di dove soffia in vento dell’opportunismo.

    Peccato perché anche qui la vera notizia, quella che merita molte riflessioni da parte di tutti è leggibile in questa frase dell’articolo che parla dello scivolone di Ibc:
    “Una scelta rischiosa, vista l’annosa battaglia che il Comune di Bologna sostiene contro i writer, col sindaco Virginio Merola che da tempo chiede – anche al governo poteri speciali per sconfiggere gli imbrattatori seriali, magari costringendo chi viene “pizzicato” con bomboletta in mano a ripulire i muri sporcati- “.

    E il governo che cosa risponde??? E gli altri sindaci con le loro città messe in ginocchio dall’imbrattamento, come Milano o Roma, cosa rispondono e, soprattutto, chiedono per chi, cittadino, vede ciò che ama devastato senza contrasto opportuno.?

    Il volontariato che si danna per tutelare nelle città devastate, quel minimo di decenza che resta e vanno a ripulire dove tutti fingono cecità istituzionali stanno aspettando la voce del GOVERNO, chiara, consapevole e…onesta!!!
    Bravo Signor P.G. se non fossimo in un paese dove serve costruire a tavolino solo eroi solitari e sacrificabili, lei avrebbe ben altro ruolo nella società che sta tentando, con grande dedizione e generosità, di difendere da se stessa. Grazie.

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