Le indagini dei writer sullo sfregio al Colosseo

IL CASO

Le indagini dei writer sullo sfregio al Colosseo

«MAI visto nulla del genere». L’indice di Luiggi, writer romano, striscia sullo schermo del telefonino mentre guarda le immagini del Colosseo: «Ne ho viste tante di tag, alcune molto brutte. Ma questo è uno sfregio in piena regola, senza movente e nemmeno velleità artistica». Le scritte “Balto” e “Morte”, nere come pece, che lunedì hanno violato una colonna del versante est del monumento, sono state cancellate. Ma resta il mistero sull’identità dei vandali. In attesa di risposte ufficiali da parte delle forze dell’ordine, che stanno ancora scandagliando i video di sorveglianza, cominciano a circolare le prime ipotesi. E arrivano dall’ambiente dei writer romani, dove è aperta la caccia all’uomo. Perché nessuno di loro, mai, a Roma, ha osato toccare un simbolo come il Colosseo. «Possiamo affermare che la scritta è stata eseguita da una persona alta circa un metro e 70″, spiega Mario Paria, nome d’arte di un esperto di writing a Roma. Paria traccia un cerchio rosso su uno dei ghirigori che circondano la scritta Balto. «Non c’è traccia di sfumatura: questo ci dice che lo spray è stato tenuto perpendicolarmente alla parete, senza mai estendere del tutto il braccio». Ma c’è di più. Le bombolette sono di qualità, di quelle usate per i graffiti. Lo conferma il Trota, proprietario del negozio GraffDream, mecca dei writer romani. «È senza dubbio uno spray ad alta pressione, con valvola morbida. Ed è stato utilizzato un tappo specifico, un ‘fat’, che lascia un segno cicciotto, come dice la parola stessa». Non sono “armi” che si acquistano in un qualsiasi ferramenta: di negozi così, a Roma, ce ne sono solo una quindicina. Chiediamo a Trota se ricorda di aver visto due sconosciuti comprare nei giorni scorsi una bomboletta nera nel suo negozio. Negativo. «Ogni giorno qui passano centinaia di avventori». E GraffDream è a Ponte Lungo, fuori mano per due ragazzi che, presumibilmente, sono due forestieri. Forse studenti, a Roma per qualche giorno? Sembra la tesi più accreditata, dato che la tag Balto, almeno in città, risulta inedita. Indubbia è l’inesperienza dei due, nonostante Balto abbia tracciato una corona sbilenca sopra il suo nome, come a volersi autoincoronare “king” dei vandali (“king degli idioti”, chiosa il Trota). Due giovani dunque, forse ubriachi, che hanno premeditato il gesto, acquistando uno spray ad hoc. «Spero che non siano più in città, se li becchiamo li facciamo neri», minaccia Luiggi. Già, perché quella di non dipingere sui monumenti è una delle leggi fondamentali non scritte del writing. In passato chi ha infranto questa regola è stato punito dal resto del movimento, ritrovandosi tutte le sue tag “crossate” (coperte) dai colleghi. «Ma oggi continuare a parlare di ‘movimento’ e di ‘etica’, è superficiale – spiega Simone Pallotta, storico dell’arte che ha curato i murales di Hitnes a San Basilio nel 2015 – oggi i graffiti, come la street art, sono diventati mainstream, non ci sono più i mentori di una volta. Le scelte, così come le cazzate, sono lasciate ai singoli. Ma lo sfregio più grande rimane la mancanza di controllo in un luogo come il Colosseo»

ARIANNA DI CORI

ARTICOLO DEL 19 GENNAIO 2017, LA REPUBBLICA

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4 Responses to Le indagini dei writer sullo sfregio al Colosseo

  1. Mirco Brambilla Rispondi

    25 gennaio 2017 at 07:36

    Crossare le tag di chi non vuole applicare il codice di comportamento di rispetto dei monumenti dei writer accreditati? Quindi sovrapponendo altro imbrattamento su un monumento già imbrattato, con ulteriore vernice per rieducare i dissenzienti?
    Se non è una bufala è una spiegazione surreale e indicativa: una genialata (che svela anche che le tag vandaliche altrove però vanno benissimo per gli intervistati). Un atteggiamento assimilabile al film il “vendicatore della notte” insomma, peccato che a soccombere qui non siano i cattivi, ma due volte e sempre i monumenti romani.

  2. Davide Rispondi

    25 gennaio 2017 at 15:54

    siamo alla follia..sento da chi viene la predica…Luiggi…ma chi sei?
    Ora si stracciano le vesti per il Colosseo ma tutta Roma fa schifo e po hanno il coraggio di tentare di opporsi alle riprese di “OO7 – SPECTRE” perche’ nelle riprese si sarebbero visti troppi graffiti e spazzatura ..CHE VERGOGNA……..RISOLVETE I PROBLEMI!

  3. Simonetta Dall'Oglio Rispondi

    2 febbraio 2017 at 22:31

    Siamo nel 2017 e, con tutte le cancrene che ha l’Italia, stiamo ancora discutendo di un problema che altrove hanno risolto e che invece da noi non vede neanche uno spiraglio di soluzione. Perche’? Perche’ non lo si vuole.

  4. Mara Iapoce Rispondi

    9 febbraio 2017 at 03:03

    Cicerone and company si staranno rivoltando nella tomba. Roma città irriconoscibile da almeno due decenni a questa parte. Se non fosse per i pochi volenterosi di Retake Roma i di Roma fa Schifo, sarebbe anche peggio.

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