IMBRATTAMENTI E’ ORA CHE QUALCOSA CAMBI

TRENTO – Gli imbrattamenti che rovinano i muri e tutte le possibili superfici imbrattabili di Trento fanno arrabbiare i cittadini, ma il sindaco allarga le braccia sconsolato. Il Comune non si muove, per inerzia o per impotenza. Come mai? Un cittadino chiede lumi all’Urp, ovvero quello che potremmo definire lo sportello per le informazioni al cittadino. Questa la risposta che viene data, evidentemente sulla base del regolamento in vigore: «Sulla base delle priorità individuate dagli uffici competenti, il Comune interviene per rimuovere le scritte ritenute ingiuriose ed offensiva». Quindi gli scarabocchi che visivamente ingiuriano ed offendono la città possono campeggiare ovunque, e magari anche moltiplicarsi? È forse inevitabile rassegnarsi al degrado che idioti vandali infliggono alla città? A Milano c’è quella che è stata nominata “Unità tutela decoro urbano” della Polizia locale, che con l’appoggio dell’Associazione nazionale antigraffiti, e in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica del capoluogo lombardo, si dà da fare per combattere il cosiddetto “graffitismo vandalico”. Trento non ha reparti del genere all’interno della polizia municipale, né organizzazioni simili attive sul territorio, ma anche qui si è mossa la Procura. Il sindaco è stato chiamato a costituirsi parte civile nel giudizio penale contro due imbrattatori che hanno dato sfogo alla loro fantasia sui muri del tribunale di sorveglianza, stabile di proprietà del Comune. “In qualità di soggetto offeso dal reato” il sindaco è tenuto ad intervenire nel processo contro i due pitturatori. Può chiedere risarcimento per il danno, e, si spera, per il deturpamento dell’immagine di Trento. Nessuno si aspetta condanne spietate, ma la pulizia delle pareti sporcate, magari sì. L’intervento del Procuratore della Repubblica però è significativo, e in un certo senso, ottimisticamente, si può leggere come una novità positiva. Ci si augura perciò, alla luce di ciò, che anche a Trento qualcosa cambi, e che tale azione non resti isolata.

Articolo di Maria Teresa Fossati apparso su Il Trentino il 28 ottobre 2014

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4 Responses to IMBRATTAMENTI E’ ORA CHE QUALCOSA CAMBI

  1. Enza P.C. Rispondi

    29 ottobre 2014 at 06:17

    Leggo:”A Milano c’è quella che è stata nominata “Unità tutela decoro urbano” della Polizia locale, che con l’appoggio dell’Associazione nazionale antigraffiti, e in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica del capoluogo lombardo, si dà da fare per combattere il cosiddetto “graffitismo vandalico”.

    Verissimo- Si a Milano c’è da tempo la volontà e l’ansia di tanti cittadini che lavorano ben oltre la logica, l’inevitabile fatica, e l’impegno economico “individuale”. Gente che, seppur distratta dalle mille realtà complicate, gradevoli e sgradevoli nella città simbolo del lavoro, hanno la grande PREOCCUPAZIONE che pur aspettando a breve EXPO’ SI STENTI ANCORA A PRENDERE DECISIONI INDISPENSABILI.

    Bisognerebbe fare molto, molto, molto di più e soprattutto “FARE SUBITO”.
    La malattia cronica italiana è il buonismo e la voglia di dare sempre una connotazione politica a tutto.

    Questo ha permesso la confusione assurda fra “ipotetica espressione artistica e pura azione vandalica”.
    I nostri “ragazzi” devastano tutto qui perché gli adulti sono incapaci essere rigorosi, esemplari e rispettosi del pubblico.
    La città è solo il prolungamento della casa, ma la trascuratezza e il concetto che il pubblico, essendo di tutti, anziché da difendere a spada tratta, si possa spregiare rappresentano il male endemico dell’Italia, Il Bel Paese è devastato e devastabile.
    Appartamenti pulitissimi dentro e palazzi e strade disgustose non sono tollerate all’estero.
    E i nostri espressivi writer, che deturpano con demenziali tag tutto, quando vanno altrove molto difficilmente imbrattano. Come mai?

    Perché le amministrazioni che hanno l’OBBLIGO DI GARANTIRE IGIENE, DECORO, LEGALITà non si basano su ridicole “interpretazioni artistiche individuali”, ma fanno il loro dovere. E hanno strumenti adeguati per farlo.
    CHI SPORCA E VANDALIZZA è UN DELINQUENTE e IN ALTRI PAESI EUROPEI PAGA MULTE DA 25MILA EURO e oltre . PUNTO.
    In Italia, invece, si COCCOLANO e tollerano perfino i devastatori seriali, che fanno cortei autorizzati e intanto distruggono “liberi di distruggere” la dignità di interi quartieri, dove alloggiano inermi cittadini.

    Leggere nell’articolo che ” NESSUNO SI ASPETTA CONDANNE SPIETATE, MA LA PULIZIA DELLE PARETI SPORCATE, MAGARI SI.” è la tristissima unità di misura di come tutto sia opinabile e magari perdonabile. Un buffetto sulla guancia sporca di colore e via. “E dai son ragazzi!” si preferisce pensare in Italia.
    NO NO “SONO VANDALI, CHE PERò NON IMBRATTANO ALL’ESTERO”, a causa delle punizioni chiare e nette. Mentre altri vandali che apposta arrivano dall’estero si divertono molto sui nostri preziosi monumenti e nelle nostre storiche e belle città. Tanto… non c’è controllo e non c’è punizione pecuniaria adeguata agli standard europei. E’ un banale fatto migratorio.. da noi arriva ormai quel turismo lì e.. l’altro, quello di una volta, che porta rispetto al Paese e ricchezza, preferisce andare altrove… ma è cosa nota a tutti ormai.. tranne pare a chi legifera “più e più volte sollecitato A FARE COME FANNO DOVE è PULITO E ORDINATO”.
    E’ diventato PATETICO il delegare a ogni giornalista, sindaco, consigliere o associazione di volontariato la personale “Guerra Santa al degrado dell’Italia semi-distrutta e aggredita quotidianamente”.

  2. Delia Hafez Rispondi

    31 ottobre 2014 at 23:01

    Siamo arrivati a questo: che si moltiplicano le associazioni di volontari in assenza di un qualsivoglia cenno di riscontro da parte dello Stato.
    Qualcuno al Governo sta dicendo di voler cambiare l’Italia: bene, il cambiamento parte anche da questo: una rivoluzione culturale!!

  3. Glantic Rispondi

    1 novembre 2014 at 18:32

    Per risolvere il problema ritengo che l’unica soluzione possibile per risolvere finalmente il problema sia quello di imporre la rimozione dei graffiti ai proprietari dell’immobile, vista la loro riluttanza a farlo volontariamente anche da parte di grossi immobiliaristi.
    A Parigi la rimozione e’ compresa nel servizio pagato per la nettezza urbana; perché da noi non si può fare la stessa cosa ?

  4. Walter Donati Rispondi

    4 novembre 2014 at 08:44

    C’è chi propone un’educazione nelle scuole al vivere civile,e mi sembra doverosa.
    Vedi:
    https://labuonascuola.gov.it/area/m/7776/

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